Fotografia storica ed artistica di moda in Russia. Dalla Loren alla scuola lituana.

26 Oct 2010

  Russi sempre più innamorati della fotografia storica ed artistica. Negli ultimi tempi numerose sono state le mostre di successo organizzate a Mosca e a San Pietroburgo. Scatti d’epoca escono da archivi privati e delle agenzie di stampa o dei giornali per essere raccolti ed esibiti ad un pubblico colto con sentimenti misti tra il nostalgico e la curiosità.

 In primavera la mostra dedicata a Nikita Krusciov ed alla sua epoca alla piazza del Maneggio, giusto davanti alle mura del Cremlino, ha registrato il pieno di presenze. Poi è la volta di quella sui “Grandi” stranieri che hanno visitato l’Unione Sovietica. E’ la terza rassegna di questo tipo che nel 2010 viene ospitata alla “Vinzavod” (l’ex fabbrica di vini) trasformata in centro per l’arte contemporanea.

 La fotografia di una leggiadra Sophia Loren che nel 1970 sale su un’automobile nera al Kutuzovskij prospekt, una delle maggiori arterie della capitale, è stata utilizzata per pubblicizzare la manifestazione. Una cinquantina sono le rappresentazioni esibite, che aiutano ad evidenziare intensi momenti di fascino. Allora gli stranieri erano delle vere e proprie “mosche bianche” in Urss ed il loro modo di vestire o di comportarsi faceva, come si dice oggi, “tendenza” o moda. Milioni di sovietiche hanno ammirato il taglio di capelli della Loren od il suo cappotto da star hollywoodiana ed hanno tentato di imitarli.

 “La cultura – ha spiegato il direttore dell’Itar-tass Vitalij Ignatenko, presentando la mostra, – era la sola ed unica porta d’ingresso dell’Urss. Soltanto le personalità più in vista di quel mondo avevano la possibilità di oltrepassare la Cortina di ferro”. La rassegna al Vinzavod inizia con immagini dell’epoca ante-guerra della visita dell’architetto svizzero Le Corbusier, seguita da foto dell’incontro a Mosca tra Stalin e Churchill. Segue il periodo del disgelo chruscioviano con il viaggio nella capitale dei Soviet di Federico Fellini e si conclude con scatti degli anni Ottanta. Una delle foto più curiose mostra un infreddolito Fidel Castro in una calda giacca allo stadio Kirov di Leningrado.

 Al non lontano Centro “fratelli Lumière” si è appena finita una riuscitissima mostra, intitolata “le icone 1960-‘80”, quando, a conclusione del realismo socialista, ai russi fu consentito di fotografare quasi liberamente. Sono stati esposti 350 lavori di 70 diversi artisti. Gli scatti, quasi tutti in bianco e nero, hanno riproposto spaccati di vita quotidiana sovietica: amici a passeggio con indosso un unico cappotto, ragazze raggianti che bevono da una fontanella per strada, una coda lunghissima davanti ad un negozio. La mostra era accompagnata da musica popolare e da video-clip dell’epoca.

 Ugualmente valida è la successiva esibizione organizzata dal Centro moscovita e dedicata dalla scuola lituana, attualmente aperta al pubblico. Antanas Sutkus, Aleksandras Macijauskas e Vitalijus Butyrinas sono considerati dai promotori dell’evento dei veri “mostri sacri” della fotografia mondiale. I tre si aggiudicarono i principali premi internazionali negli anni Settanta. A Mosca Sutkis ha portato scatti sulle sue due principali tematiche: gente di campagna e scene di vita quotidiana. “Non ho mai buttato via i negativi – ha raccontato il fotografo lituano – Solo un terzo delle mie foto sono state mostrate alla gente”. Il collega Macijauskas si è, invece, interessato dei mercati di provincia. Se questi due primi artisti rappresentano il realismo del tempo Butyrinas è un maestro del fotomontaggio, del surrealismo con le sue intricate metafore visuali. “Ogni sua foto – ha commentato Natalja Grigorieva, curatrice dell’evento – è unica ed inimitabile. Fino all’invenzione degli ultimi metodi di stampa era impossibile da ripetere”.

Art and historic photography incredibly popular in Russia – English version by Google translation

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