Archive for June, 2012


«Андрею Аршавину досталось от всех. От патриотов из Госдумы, от государственников из «Газпрома», от либералов из «Ведомостей». Аршавин, позорище, как он смел? «То, что мы не оправдали ваши ожидания, — это не наши проблемы, — сообщил капитан российской футбольной сборной после поражения от греков. — Это ваши проблемы».
Но, товарищи, извините, Аршавин прав. Совершенно прав. Не только потому, что он сказал это очень конкретным болельщикам, по свидетельству «Советского спорта», группе вип-хамов во главе с нетрезвым борцом за трезвость в ранге депутата Госдумы. Мажорные мужики наехали на Аршавина в фойе гостиницы, где он спокойно давал интервью одному из журналистов, с которыми, согласно самому свежему мифу богатой истории русского футбола, никто из игроков не хотел общаться после поражения от греков.
Аршавин был прав не только по отношению к вип-мажорам. Но и к тем фанатам да журналистам, «экспертам» да политикам, которые, очень надеюсь, являются меньшинством в футбольной России. Но которые ведут себе как большинство… »

Статья Штефан Шолль – Московский Комсомолец № 25971 от 25 июня 2012 г.  Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets.

на варшавском мосту через Вислу

 «Группы хулиганов на варшавском мосту через Вислу, который стал главным местом стычек, выступали под известным по польским народным восстаниям ХIХ века лозунгом «Бог, Честь, Отчизна». Некоторые фанаты имели на груди значок «Польша сражается», который поляки носили во время немецкой оккупации. А некоторые добавили к этим великим символам футболки с надписью по-английски «Фак Евро» или с чисто польским лозунгом «Вы…би 2012». Так что речь идет не только о вечном споре славян между собой и ненависти к своему правительству, но и, если хотите, о конфликте цивилизаций.
Чемпионат Европы для польских „ультрас” и „фанатикс” – самое тяжелое оскорбление культивированной на протяжении многих лет стадионной культуры, которая рождалась в местах стычек самых агрессивных фанатов «Легии», «Вислы», «Силезии»….
Эти фанаты не хотели Евро-2012
Патриотические декорации и антиправительственные выпады появились на польских стадионах, когда фанаты начали борьбу с антипатриотическим, по их мнению, правительством Дональда Туска. Фанаты ощущают себя борцами за Польшу….
Почему «патриотичные фанаты» хотят испортить образ Польши в глазах мировой общественности? Да просто потому, что фанатов положительный имидж государства не сильно волнует… »

Статья Павел Вронски, польский журналист Московский Комсомолец № 25965 от 18 июня 2012 г.

 E’ l’entusiasmo dei giovani la caratteristica principale di Euro 2012 a Poznan. Per loro questa è un’occasione unica da non farsi scappare. Damian Zalewski ha un incarico di prestigio al Comune ed ha seguito nella sua città la preparazione del Campionato europeo passo dopo passo. Nulla, pare, è stato lasciato al caso. “Qui a Poznan: stadio, aeroporto, stazione…” Il manco trentenne Zalewski fa l’elenco dei siti ammodernati in questi ultimi anni grazie ad Euro 2012 con tanto di cifre alla mano. “11,7 miliardi di zloty”, dice in un ottimo inglese imparato grazie ai suoi studi universitari all’estero.
Quasi 3 miliardi di euro spesi benissimo. Rispetto all’ultima volta che venimmo in visita il capoluogo della regione della “Grande Polonia” appare più moderno ed efficiente pur essendo da lunghi decenni famoso per la sua fiera, che attrae imprenditori ed uomini d’affari (inclusi gli italiani) da ogni angolo del continente.
Ma “non abbiamo soltanto un’anima commerciale”, si affretta a sottolineare Pawel Sowa, guida turistica professionale. E come dargli torto? La piazza principale, lo Stary Rynek, è di una bellezza assoluta. Il palazzo del Municipio, splendida opera dell’architetto luganese Giovanni Battista Quadro nel 16esimo secolo, dona al complesso un incredibile slancio verso il cielo.
A Poznan, a solo due ore e mezza di autostrada da Berlino, è attesa un’invasione di italiani, soprattutto dalla Germania. “Perlomeno adesso con Euro 2012 qualche straniero in più – commenta ironicamente Sowa – saprà dove si trova Poznan”. Qualche volta è capitato che il centro della “Grande Polonia” sia stato confuso con la tedesca Potsdam, alle porte di Berlino, dove si tenne la famosa conferenza alla fine della Seconda guerra mondiale.
Di sera il Rynek si trasforma nel luogo di ritrovo sia dei giovani che delle generazioni più mature. Nei palazzi storici sono stati ricavati bar, pub, ristoranti. La birra scorre a fiumi come i drink a base di superalcolici, vodka in primis. Alcuni locali hanno anche una sala adibita a discoteca e con pochi euro si riesce a passare allegramente la serata.
A proposito di birra. Assolutamente da visitare è la vecchia fabbrica della birra trasformata oggi in uno dei più bei centri commerciali e culturali d’Europa per la sua esaltazione dell’arte d’avanguardia.
Sport, cultura, bell’ambiente – non dimenticando una cucina discreta a base di patate – sono gli ingredienti su cui Poznan ha investito il suo futuro turistico. Con questo entusiasmo dei giovani il successo è dietro l’angolo.

 L’imponente palazzo della Cultura e delle Scienze incombe da decenni su Varsavia. Da quasi ogni zona della capitale si vede l’edificio “donato” da Stalin ai polacchi, per certi versi un presente avvelenato, che segna il centro della città moderna. Subito dopo il crollo del Muro di Berlino erano in tanti che avrebbero voluto far ricorso alla dinamite per liberarsi una volta per tutte di quello che era considerato il simbolo del “giogo” sovietico.

Varsavia - EuropaRussia

La mancanza di uffici e di spazi di qualità fece propendere per la scelta di rimandare qualsiasi decisione. I nuovi ultramoderni grattacieli, sorti negli ultimi anni intorno al palazzo della Cultura soprattutto in quello che un tempo era il ghetto ebraico, si integrano tutto sommato bene con questo pezzo d’architettura di inizio anni Cinquanta, gemello delle 7 torri costruite a Mosca per tentare di concorrere in altezza con New York.
Quando in dicembre al sorteggio di Kiev i russi sono stati inseriti nel girone con i polacchi in tanti hanno pensato che il diavolo ci avesse proprio messo lo zampino. Storicamente tra i due popoli slavi non è mai corso buon sangue. Un episodio su tutti: luglio ’44, l’Armata Rossa, accampata nel quartiere capitolino di Praga, osservò dalla riva opposta della Vistola senza muovere un dito come i tedeschi massacrarono i polacchi che si erano sollevati contro di loro. Katyn e Smolensk sono altri capitoli dolorosi.
Alla fine ad Euro 2012 gli incidenti, che per mesi si sono temuti, si sono verificati. La “battaglia di Varsavia” ha lasciato sul campo una cinquantina di feriti, 150 fermi tra gli hooligans di casa, 28 tra gli ospiti. Gli imbecilli hanno sconfitto la società civile dei due Paesi, che da tempo si sforzano di migliorare i loro rapporti bilaterali.
Il centro di Varsavia è presidiato in forza dalla polizia. La nazionale russa ha scelto come propria base l’hotel Bristol, uno dei più esclusivi della Polonia, che si trova esattamente a 50 metri dal Palazzo presidenziale. Gli organizzatori di Euro 2012 avevano chiesto loro di cambiare sede del ritiro prima dell’inizio dei campionati, ma non c’è stato nulla da fare.
E’ bene sottolinearlo per il pubblico occidentale: Euro 2012 è anche il tentativo di superare le laceranti divisioni del passato. Soprattutto ad est della vecchia Cortina di ferro, dove l’evoluzione storica ha seguito un proprio percorso assai più lento e doloroso che in altre zone d’Europa.
L’incredibile stadio Nazionale – un tempo uno dei maggiori mercati all’aperto dell’Europa centrale – è, però, qualcosa di più …di un tentativo. Lo si vede da tutto il centro. Di notte illuminato, questo sombrero allungato con i colori biancorossi sembra la risposta al tetro e grigio palazzo “sovietico” della Cultura.
E’ proprio questo impianto sportivo, il nuovo “Colosseo” di Varsavia, il simbolo della Polonia del 21esimo secolo, quella del successo post integrazione europea.

Giuseppe D’Amato

La statua dedicata a Valeriy Lobanovskiy, una delle "anime" della Dinamo Kiev.

Doveva essere la grande festa attesa da una vita ed invece Euro 2012 si è trasformata in un incubo. Almeno per la dirigenza ucraina. Negli ultimi decenni non ricordiamo una vigilia tanto tribolata.
A Cardiff, nell’aprile 2007, l’Uefa era a conoscenza dei rischi della scelta di organizzare il primo campionato di calcio oltre la vecchia Cortina di ferro. Allora si temevano di più gli euro-scettici gemelli Kaczynski in Polonia e molto meno gli arancioni filo-occidentali al potere in Ucraina.
E comunque, quando era stato varie volte primo ministro, l’azzurro Viktor Janukovich si era sempre mostrato un partner affidabile, nonostante le perenni liti interne sia con l’ex presidente Viktor Jushenko – vedi la cosiddetta “rivoluzione arancione” dell’autunno 2004 – sia con l’ex premier Julija Timoshenko.
L’Europa non è abituata, come gli ucraini, ad assistere alle ormai proverbiali risse tra deputati delle opposte fazioni alla Rada ed alle loro infinite faide, le cui conseguenze non hanno quasi mai superato i confini nazionali. Ma adesso la situazione è diversa: è il Paese intero – non solo la sua degradata classe dirigente – a rischiare di rimetterci la faccia.
L’Ucraina non è, tuttavia, una repubblica delle banane, gestita da mafiosi. La realtà storica è che quasi in modo miracoloso il caos perfetto della politica interna nazionale ha consentito la nascita di, forse, l’unica democrazia dell’ex Urss, dove la concezione di libertà di stampa e di parola non ha subito contraffazioni. Sullo sfondo di questo scenario si osserva la dura contrapposizione tra il Polo europeo e quello russo.
 Ma andiamo all’evento sportivo. Diciamo subito che il Paese ha fatto i salti mortali per ospitare al massimo delle proprie possibilità Euro 2012. Calcisticamente parlando, l’Ucraina è probabilmente la migliore realtà dell’Europa orientale. La Dinamo di Kiev è facilmente accostabile al “grande Torino” o all’indimenticabile Manchester United degli anni Sessanta o all’eterna Honved di Budapest. La sua è stata una scuola, punto di riferimento sia in epoca sovietica che in quella successiva. Andriy Shevchenko è solo l’ultimo di una lunga nidiata di campioni. L’Ucraina non è oggi solo Dinamo Kiev, ma anche Shaktior Donetsk, recente campione Uefa.
I nuovi “Paperoni” locali – su tutti i fratelli Surkis e Rinat Akhmetov –  hanno risollevato il calcio nazionale dal disastro post sovietico. Contemporaneamente dal 2007 si è tentato di colmare la cronica mancanza di infrastrutture. Oggi gli alberghi sono in numero maggiore e di qualità superiore al 2007, le strade e le superstrade rimangono pericolose, i treni sono migliorati. Gli aeroporti hanno terminal nuovi di zecca e faciliteranno i trasferimenti delle squadre e dei tifosi più abbienti.
Gli stadi sono tutti belli ed ultramoderni. Quelli di Kharkov e Leopoli sono, a dire il vero, un po’ piccolini, con una capienza limitata. Discorso diametralmente diverso per l’Olimpiskij di Kiev (70mila) o lo splendido impianto di Donetsk, dono da 400 milioni di dollari di Akhmetov alla sua città.
E poi in Ucraina non ci si annoia affatto. Kiev e Leopoli sono città ricche di monumenti e con una cultura unica. Kharkov e Donetsk sono più moderne, ma piene di attrattive. Ovunque ci sono aree verdi per il tempo libero dei tifosi dove fiumi di birra e musica a volume altissimo allieteranno le calde giornate in attesa delle partite.
I giornali britannici hanno invitato le mogli dei tifosi a non mandare i mariti in Ucraina: troppe le belle donne laggiù. E poi un’alta percentuale di professioniste del sesso a pagamento, aggiunge lo scandalistico “The Sun”, ha contratto pericolose malattie.
Da Euro 2012 la repubblica ex sovietica spera di lanciarsi come méta futura del turismo. Buona ospitalità e successo dei campionati sono due ingredienti essenziali per aprire definitivamente l’Ucraina al mondo esterno. Peccato che la classe dirigente di questo Paese dalle enormi potenzialità stia facendo l’impossibile per sprecare un’occasione storica, veramente unica. Per loro l’Ucraina deve rimanere la solita sfortunata provincia della globalizzazione.

Giuseppe D’Amato

 

 “Lavoriamo tutti per partecipare alla festa”. Damian Zalewski è l’immagine vivente della Polonia post integrazione europea. Studi universitari di alto livello a Nancy in Francia, poi impiego di prestigio al Comune di Poznan, prima del futuro sicuro salto a Bruxelles.
Il Paese slavo ha reclutato tutte le sue migliori forze per Euro 2012. La competizione continentale di calcio non è solo un evento sportivo di prima importanza ma soprattutto una vetrina per mostrare al mondo il volto nuovo della Polonia. Insomma, un’occasione unica da non fallire assolutamente.

Stadio Nazionale – EuropaRussia

I precedenti sono incoraggianti: la Spagna sfruttò in modo eccezionale il volano rappresentato dal Mundial del 1982 per lanciarsi come mèta del turismo di massa e dimostrare alla comunità internazionale che le dolorose pagine, legate al franchismo, erano ormai superate.
Gli scettici – che, come al solito, non mancano mai – puntano, invece, il dito sui costi. In Germania nel 2006 ed in Sud Africa nel 2010 le perdite finanziarie sono state considerevoli. Per fortuna, finora nessuno scomoda il caso delle Olimpiadi greche, peccato originale del default ellenico.
A dire il vero, il potere delle televisioni e degli sponsor impedisce oggi esodi biblici di massa al seguito delle squadre nazionali come in passato, favorendo, però, la mondializzazione dell’evento sportivo ed un quarto d’ora di celebrità alle località ospitanti.
Ma attenzione. L’europeo polacco – ucraino va inquadrato in un’ottica diametralmente diversa rispetto alle competizioni passate. E comunque andrà sarà un successo. La ragione reale della sorprendente scelta dell’Uefa a Cardiff nel 2007 delle due sedi dell’Europeo è difatti di carattere politico e supera enormemente le pur valide motivazioni sportive.
Dopo il Duemila la comunità internazionale ha preso tra le sue braccia la Polonia, poi di riflesso l’Ucraina. Nel bilancio Ue 2007-2013 a Varsavia sono andati 67 miliardi di euro, fondi continentali, da spendere principalmente in infrastrutture. Nel prossimo settennato ne verranno concessi, secondo anticipazioni, 81. L’obiettivo centrale è di ammodernare il sesto Paese più popoloso dell’Ue e di farne una futura colonna portante dell’Unione.
Viaggiare tra le sedi della manifestazione calcistica è il vero problema dei tifosi. Poche sono le autostrade – molte ancora in costruzione -, i treni lasciano a desiderare, i voli low cost interni – di recente inaugurati – sono un grosso punto interrogativo.
Facciamo il caso della squadra azzurra, che ha la sua base nella bellissima Cracovia, la città di Karol Wojtyla, nel sud del Paese. La prima partita contro la Spagna a Danzica sul Baltico e le altre due a Poznan, ad un passo dalla frontiera con la Germania. Cracovia – Danzica in treno sono più di 10 ore di viaggio, 12 in auto; Cracovia – Poznan in ferrovia circa 6 ore, grosso modo lo stesso in macchina.
Lasciamo perdere l’Ucraina, dove le distanze sono molto più grandi. Se dopo la prima fase a gironi qualcuno fosse costretto a spostarsi da Poznan a Donetsk (la città più ad ovest di Euro 2012 e quella più ad est – ossia il caso dell’Italia se dovesse arrivare seconda nel suo girone eliminatorio dopo la favoritissima Spagna) dovrebbe percorrere ben 1900 chilometri.
Dei biglietti, da mesi, non c’è manco l’ombra. “Al lavoro ho partecipato ad una specie di lotteria – ci racconta Ela, dipendente di un ministero –. Alcuni tagliandi erano stati messi in palio. Nulla!” Gli stadi sono troppo piccoli per rispondere alla richiesta dei polacchi. Gli sponsor della manifestazione hanno poi fatto la parte del leone. Il rischio di rimanere fuori dallo stadio, se non si ha qualche santo in Paradiso, è alto. Conclusione: questi sono Europei soprattutto televisivi e virtuali.
Ma anche tecnologici. Nei centri cittadini di tutte e quattro le sedi polacche di Euro 2012 – ossia Varsavia, Danzica, Poznan e Wroclaw (ossia Breslavia) – il servizio gratis di Wi-Fi funziona per 24 ore al giorno. Chiunque con un portatile o con un telefono cellulare di ultima generazione può collegarsi ad Internet.
Uno dei pochi aspetti, che decisamente non va, è legato ai bancomat. Tutte le banche – polacche ed internazionali – applicano automaticamente tassi di cambio assai inferiori rispetto ai normali cambiavalute o alla Banca centrale polacca. Di solito 1 euro per 3,7 zloty o 3,8 rispetto a 1 per 4,1 o 4,2. E meno male che si spinge la gente a non usare il contante!

EURO 2012 – Anthem in Ukraine……..  EURO 2012 – Official Anthem in Poland……
EURO 2012 – Official Anthem UEFA

«Не то чтобы футбольный клуб «Кварц» (Шелудьковка) ничего не имеет от чемпионата Европы по футболу. Ведь на обновленном стадионе харьковского «Металлиста» в честь континентального турнира поменяли сиденья. И «Кварц» смог заполучить 150 старых пластиковых кресел. «А так они попали бы на помойку», — рассказал мне Олесь Лысак, менеджер клуба…
Деревня Шелудьковка, Змиёвский район, Харьковская область. Восточная, черноземная Украина, почти уже Россия. Небогатая…
Нормальные футбольные майки, мячи в Змиёвском и в соседних сельских районах — дефицит. У молодежных команд «Кварца» не хватает соперников, чтобы регулярно играть в первенстве района. Приходится ездить на турниры, которые организуют на уровне области. Ребята младше 14 ездили на «Кожаный мяч» в другой райцентр, больше ста километров на север. Туда из восьми команд, которые подали заявку, доехали пять. Транспорта нет, бензина нет…
«Шелудьковка — это остров», — сказали мне в Харькове. Остров футбола в постсоветской пустыне спортивной нищеты. Такую деревенскую вундеркоманду могли бы выдумать итальянцы для сентиментальной кинокомедии о сказочной дороге сельского аутсайдера в финал национального кубка. Но шелудьковская сказка стала явью по своим собственным причинам….
На провокационный вопрос, чего бы им больше хотелось — победы Украины на Евро или успеха «Кварца», менеджер и тренер отвечают одно и то же: «Победа Украины была бы большим везением. Нам важнее, чтобы „Кварц“ получил площадку с искусственным газоном. Трибуну на 150 мест. И душевые в бывшем родильном отделении больницы, которая сейчас служит раздевалкой для команд». …
Но в большой украинской политике царит совсем другой патриотизм. Ей нужны великие победы, ей нужно Евро. И побольше евро…
В Харькове мне рассказывали, что только обновление одного километра автодороги к чемпионату Европы стоило 6 миллионов долларов. Турецкая компания предложила цену в 1 миллион, но подряд отдали своим… Преувеличение? Но ведь и ремонт Олимпийского стадиона в Киеве обошелся дороже полноценной новостройки «Альянц Арены» в Мюнхене. И другие стадионы, аэропорты, дороги на Украине также перестроили за бешеные деньги. Во сколько обойдется казне весь ЧЕ — неясно, президент Янукович и его министры называют совершенно разные суммы. Независимые эксперты боятся, что сумма дойдет до 14 миллиардов долларов. В основном — государственные деньги. Это означает, что у государства на много лет вперед потрачены все средства на спорт. И на много лет для молодежного, для сельского футбола останутся сущие копейки. Как мне сказал в Харькове один футбольный знаток: «Чемпионат Европы — это смерть для юношеского и студенческого футбола в стране». …
Это Украина. Но очень похоже на Россию … ».

Статья Штефан Шолль – Московский Комсомолец № 25956 от 5 июня 2012 г. Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets.

«А чего другого вы могли ожидать в стране толстосумов и нищих? Если вы обыкновенные граждане со стандартными доходами, скоро вас лишат права выйти на улицу, чтобы выразить любое недовольство. В этом суть законопроекта, ужесточающего наказание за нарушения при проведении митингов …

в Квебеке (Канада)

После принятия нового законопроекта, если он останется таким, как сейчас, у власти на всех уровнях появится новый опасный инструмент, который она сможет использовать против общества…
Итак, дамы и господа, вот вам штрафы! Максимальный для физических лиц за нарушение правил проведения митингов — 1 миллион рублей…
В последние годы, когда я разговариваю со своими московскими знакомыми, кажется, что все они разбогатели, направо и налево покупают недвижимость. Так, может быть, законодатели правы? Хотите защищать свои права — гоните «бабки»! Почему нет? Всю свою историю Россия искала особый путь. В XX веке был коммунизм. Не пришла ли пора придумать что-то новое для XXI века?
… Почему бы у вас не пускать на участки только зарабатывающих больше миллиона рублей в год? Эти штрафы — первый кирпич официального признания того, что в России, если у тебя кошелек полный — значит, возможно все, а иначе — фиг.
Да здравствует суверенная баблократия!
В странах, которые в России принято считать цивилизованными, практически не существует ограничений свободы слова и собраний граждан. Это прописано в конституциях или в приложениях к ним. В США все четко выражено в первой статье (и в других) Билля о правах, в Италии — в статье 13, в Германии — в статье 5 и в последующих статьях.
Правда, в последнее время наблюдаются попытки властей регулировать свободу собраний. В США в марте Барак Обама подписал указ HR 347, согласно которому запрещено организовывать демонстрации в определенных местах, особенно в Вашингтоне, и секретным службам дано право вмешиваться. В Швейцарии установили штраф в 100 тысяч франков (примерно 110 тысяч долларов) за незаконные демонстрации; в Квебеке (Канада) — в 5 тысяч для студентов, а в 125 тысяч — для организаций. В Испании, где год назад родилось движение Indignados («Возмущенные»), вдохновившее другие «Оккупай» по миру, министр внутренних дел Диас тоже «изучает что-то новое».
Однако причина этих мер — борьба не с демократическими свободами граждан, а против радикальных движений, устраивающих уличные побоища, во время которых крушат полгорода. Сравнивать этот ужас с мирными протестами оппозиции в России некорректно. Таких событий у вас никогда не было…
В Италии, как и в Германии, организаторы демонстраций обычно (это своеобразная форма уважения) договариваются с полицией о месте их проведения, но не должны получать разрешения. Демонстрации могут запретить только по исключительным причинам, связанным с угрозой безопасности граждан. Свобода собраний в Европе, особенно в этих двух странах, обусловлена исторически. Италия и Германия пострадали от фашизма и нацизма по вине политиков, узурпировавших власть, и не могут себе позволить ограничений свободы гражданского общества. В России же власть сейчас ведет себя так, будто у вас никогда не было диктатуры, ГУЛАГа, политзаключенных… »

Статья Джузеппе Д’Амато Московский Комсомолец № 25950 от 29 мая 2012 г. Giuseppe D’Amato Moskovskij Komsomolets.

Team Captain Philip Lahm, Polish-born Miroslav Klose and Lukas Podolski were among the players who joined coach Joachim Löw and members of the DFB German football federation to commemorate the victims of the Holocaust at the former Nazi concentration camp Auschwitz-Birkenau on Friday. The group laid a wreath at the memorial in front of a wall where thousands of political prisoners were executed by the Nazis.

Auschwitz.org.pl

“It is our duty and our responsibility to look very closely and above all to communicate again and again to the many young athletes in our clubs that anti-Semitism, racism and intolerance have no place in our society,” said DFB President Wolfgang Niersbach.
The delegation wrote a comment in the museum visitor’s book that read: “For football too Auschwitz represents both a silent tribute and, above all, an obligation to speak. To speak about this endlessly sorrowful, hate-filled history and the warning it sends.”

Article  Deutsche Welle – June 1st, 2012

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