Archive for April, 2010


Why? No one has ever tried to understand the reasons for such as terrible decision taken by the Soviet authorities. The Russian historian, Natalia Lededeva, frames the tragedy of Katyn in the historical context of the time and recounts how the former superpower has begun to discover the awful truth.

Article. Ria Novosti, Russia. April 2010.

The original documents on line. Russian Archives.

 Natalia Lebedeva, a leading Russian historian of Katyń, is a senior researcher at the Institute of General History (Russian Academy of Sciences), an editor and contributor to twenty three volumes of documents on the Nuremberg Trials and a four-volume collection of documents on the Katyń massacre. She has been awarded the Officer’s Cross and the Commander’s Cross of the Order of Merit of Poland.

ОРИГИНАЛЫ документов на сайте Федерального архивного агентства.

1. Докладная записка наркома внутренних дел СССР Л.П. Берии И.В. Сталину с предложением поручить НКВД СССР рассмотреть в особом порядке дела на польских граждан, содержащихся в лагерях для военнопленных НКВД СССР и тюрьмах западных областей Украины и Белоруссии.
Март 1940 г.
Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.130-133.

2. Выписка из протокола № 13 заседания Политбюро ЦК ВКП(б) «Вопрос НКВД СССР» (пункт 144).
5 марта 1940 г.
Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.134.

3. Выписка из протокола № 13 заседания Политбюро ЦК ВКП(б) «Вопрос НКВД СССР» (пункт 144).
5 марта 1940 г.
Экземпляр, направленный председателю КГБ при СМ СССР А.Н.Шелепину 27 февраля 1959 г.
Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.135.

4. Листы № 9 и 10, изъятые из протокола заседания Политбюро ЦК ВКП(б) № 13 «Особая папка» за 17 февраля – 17 марта 1940 г.
Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.136-137.

5. Записка председателя КГБ при СМ СССР А.Н. Шелепина Н.С. Хрущеву о ликвидации всех учетных дел на польских граждан, расстрелянных в 1940 г. с приложением проекта постановления Президиума ЦК КПСС.
3 марта 1959 г.
Рукопись.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.138-139.

6. Папка-двулистка и справка сотрудника I сектора Общего отдела ЦК КПСС В.Е. Галкина об ознакомлении руководителей ЦК КПСС с документами пакета № 1.
Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.128-129.

7. Пакет № 1 с перечнем вложенных документов.
На пакете имеются грифы «Сов.секретно», «Особая папка» и запись «Архив VI сектора О.о. ЦК КПСС. Без разрешения Руководителя Аппарата Президента СССР пакет не вскрывать. 24 декабря 1991 г.».

Подлинник.
РГАСПИ. Ф.17. Оп.166. Д.621. Л.140.

“Нельзя вешать портреты Сталина ко Дню Победы!”. Политическая культура — это и сегодня прежде всего культ личности. С 2008 года я видел в России в сто раз больше портретов Медведева, чем за 35 лет жизни в Германии портретов всех немецких президентов и канцлеров вместе взятых.

Статья, Штефан Шолль – “Московский Комсомолец” № 25341 от 30 апреля 2010 г. 

Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets

Kisriev1 “Si deve mettere fine alla logica occhio per occhio. Se i terroristi vengono sempre uccisi nelle operazioni speciali e non li si portano mai in tribunale queste sono purtroppo le terribili conseguenze”. A parlare è il professor Enver Kisriev, docente di studi caucasici presso un istituto dell’Accademia delle Scienze di Mosca.

 Il mese scorso, il 29 marzo, gli attentati suicidi alla metropolitana della capitale con decine di morti e feriti, rivendicati dagli islamici-radicali. I fiancheggiatori delle due giovani kamikaze cecene, una 17enne e l’altra 28enne, sono stati identificati dalla polizia.

 Signor Professore, chi può commettere azioni così disperate?  “Siamo di fronte a ceceni o a ingusci o a daghestani. Le cosiddette vedove nere sono donne che hanno perso i loro mariti o figli o padri. E contemporaneamente hanno perduto la voglia di vivere. In passato altri attentati di questo genere ci sono già stati. Quella è gente piena di rabbia ed odio”.

 Ma dietro alle bombe della metropolitana vi è una qualche strategia, qualcuno che dice ai kamikaze dove colpire e quando, insomma un cervello?  “Certo. Ci sono gruppi speciali organizzati di terroristi. Volevo, però, evidenziare che in Caucaso c’è molta gente che ha perso la speranza e vive nell’odio verso i poteri locali. Quando non si controlla più una simile situazione accadono queste cose”.

 Lei mi vuole dire, se non capisco male, che non vanno dimenticate le ragioni sociali dell’arretratezza e della realtà esplosiva del Caucaso?  “Non so se si possa differenziare la situazione sociale dalla guerra in corso in Caucaso. Secondo me una delle cose che non vanno proprio è il linguaggio utilizzato costantemente dal potere centrale, anche in queste ore. Viene sbandierato pubblicamente ai quattro angoli della Russia che i terroristi verranno eliminati. E’ sempre lo stesso disco. Non si cerca mai di comprendere il perché di questa situazione, non si tenta nemmeno di aprire un dialogo. Con questo linguaggio così duro si fomentano la rabbia e l’odio. E le organizzazioni terroristiche utilizzano a loro favore questa situazione”.

 In autunno l’attentato dinamitardo al treno superlusso Nevsky Express, in primavera il metrò di Mosca. E’ una nuova ondata di terrore? Se sì, come la si può fermare?  “Fermarla non è possibile. La prima cosa per migliorare le cose è iniziare a parlare un nuovo linguaggio e cambiare disco. Serve capire il perché di questi fenomeni, altrimenti non si va da nessuna parte. L’uccidere solo i terroristi provoca come risposta questo tipo di azioni”.

 Nella speciale classifica dei parlamenti più rissosi al mondo la Rada ucraina è certamente ai primi posti. Fin dal crollo dell’Urss nel 1991 l’ex repubblica sovietica si è lanciata verso il primato assoluto. Ma se fino al Duemila una delle ricorrenti zuffe non faceva notizia adesso tremano i polsi nelle cancellerie occidentali dopo le crisi del gas con la Russia ed il Vecchio continente rimasto a secco.

 Alla votazione sul Patto di Kharkiv per la normalizzazione delle relazioni con Mosca, si è raggiunto il massimo. I deputati hanno trovato tessere false per le votazioni, gli scanner pieni di colla e gran parte dell’aula avvolta da una bandiera nazionale come una qualsiasi curva da stadio. Lo speaker della Rada Volodimir Litvin, al suo ingresso, è stato fatto oggetto di lanci di uova marce da parte di membri dell’opposizione “filo-occidentale”, che protestava contro l’allungamento dell’affitto della base navale di Sebastopoli fino al 2042 in cambio di uno sconto da svendita sul prezzo delle forniture di gas russo.

 Due inservienti l’hanno protetto con degli ombrelli mentre il malcapitato leggeva l’ordine del giorno e si ripuliva la faccia da un tuorlo rancido con un fazzoletto. Poi è stato il turno del lancio di fumogeni e di una scazzottatura da mille ed una notte, roba da Bud Spencer e Terence Hill, con nasi rotti e fratture tra i deputati. Alla fine della gazzarra, con l’opposizione ormai uscita, 236 sono stati i “sì”. A Mosca, invece, contemporanea ratifica con 410 voti unanimi.

 La Rada rispecchia una società spaccata letteralmente in due tra l’ovest mitteleuropeo e l’est russofono con il centro a fare da equilibratore. Nel caso del Patto di Kharkiv è abbastanza diffusa la sensazione che qualcuno a Kiev sia più che altro preoccupato per i propri interessi personali connessi con il poco chiaro mondo del gas ucraino piuttosto che per l’eventuale perdita di sovranità in Crimea.

 Nella stessa sessione è stato finalmente approvata la legge finanziaria per il 2010, congelata per mesi a causa della campagna elettorale per le presidenziali di gennaio-febbraio.

 Gli osservatori neutrali sono stati sorpresi dalle nuove tecniche di lotta messe in atto dai deputati. In passato, veniva di solito bloccato il presidium della Rada. I parlamentari fisicamente più prestanti formavano un muro umano per impedire il passaggio degli avversari. Iniziava così uno scontro simile ad una specie di tiro alla fune tra decine di energumeni, petto contro petto,  con l’obiettivo di buttare fuori gli altri dall’aula. Chi soccombeva faceva sparire i microfoni.

 Al Consiglio regionale di Dniepropetrovsk, qualche anno, i fedelissimi dell’attuale presidente Janukovich letteralmente sfondarono porte e mobilia, come una marea impazzita, pur di entrare nell’aula che, nel frattempo, era stata sprangata dagli avversari di turno.

La carta energetica continua ad essere quella più usata dalla Russia per mantenere il suo status di potenza globale. I due progetti South Stream e Nord Stream rimangono i cavalli di battaglia per le materie prime tradizionali, mentre il nuovo piano nucleare per l’export sta prendendo forma con inatteso dinamismo.

 Dal vertice di villa Gernetto si è avuta la riconferma della solidità della partnership russo-italiana in campo energetico. Mosca ha scelto da anni l’Eni come interlocutore privilegiato per il South Stream ed ha affidato con una commessa da oltre 2 miliardi di euro alla Saipem la costruzione un segmento complesso del Nord stream, a conduzione tedesca. La passata esperienza positiva con il Blue Stream – oleodotto sottomarino fino alla Turchia, con un tratto di 385 chilometri sottomarini, consegnato nel 2005 – ha favorito la decisione russa.

 Berlusconi e Putin hanno voluto cancellare le troppe voci che sono circolate recentemente su incomprensioni tra l’Eni e la Gazprom per il South Stream. Alla base di tutto l’entrata ufficiale dal giugno 2010 nel consorzio dei francesi di EDF – a cui andrà il 20% dell’azionariato – e i costi astronomici per la realizzazione dell’opera.

 Vladimir Putin ha offerto energia nucleare russa ad uso civile all’Italia. La proposta è quasi la stessa fatta ad altri partner in giro per il mondo negli ultimi 3 anni. Ossia vi costruiamo la centrale e ci riportiamo via le scorie, tanto da far contenti gli ecologisti locali.

 La Russia ha approvato un mega-piano sia per il mercato interno che per l’estero. Intende raddoppiare la produzione di energia nucleare entro il 2030, fino al 25% del fabbisogno interno. I reattori di nuova generazione, affermano gli specialisti, sono notevolmente più efficienti, grazie all’evoluzione iniziata a metà anni Novanta. E poi l’uranio, la Russia ce l’ha in casa.

 Come partner tecnologico è stata scelta nel 2009 la tedesca Siemens. Adesso Putin intende spalancare all’Enel le porte per la costruzione della strategica centrale di Kaliningrad. L’Unione europea ha costretto la Lituania a chiudere la centrale di Ignalina, troppo simile a quella di Cernobyl, lasciando in pratica il Baltico alla mercè degli umori russi.

 In pochi anni Mosca, che ha oggi 31 reattori, ne disporrà di 59. Sta costruendo o si accinge a costruire centrali in Iran, Cina, India, Bulgaria, Bielorussia e Turchia. La scorsa settimana Medvedev ha offerto tecnologia nucleare russa persino alla lontana Argentina dopo non aver avuto risposte convincenti dal Venezuela.

 L’obiettivo del Cremlino è quello di diventare uno dei maggiori produttori di energia nucleare e di guadagnare sulla vendita della sua tecnologia. La terribile tragedia di Cernobyl intralcia indirettamente questi disegni.

“The demographic situation is one of the most acute in Moldova but in order to improve the situation, it is necessary to take a number of urgent measures, including the promotion of the National strategy in the field of the national security, fulfillment of the Action Plan on the Employment of Labor Force, control of migration processes”, Deputy Prime Minister Ion Negrei said.

 Russia remains attractive for the residents of Moldova and Transnistria, as the region for realizing their labor and professional capacities.  Each fifth respondent in Moldova and each fourth in Transnistria under 24 years of a survey estimated their desire to study in the Russian Federation as the threshold of their future work in Russia.

ArticleArticle 2 – Totul – Moldova

Новый Генплан-2025 по всем показателям идет на рекорд – только финансовая часть исчисляется 400 млрд грн., и это наверняка не окончательная цифра.

 

Статья – Владимир КАМИНСКИЙ – Комсомольская правда в Украине. 23.04.2010

  Il 22 aprile Vladimir Ilich Uljanov Lenin avrebbe compiuto 140 anni. La ricorrenza viene celebrata nella sua città natale Uljanovsk, un tempo denominata Simbirsk, con una serie di iniziative, organizzate dal locale memoriale. In epoca sovietica questo sito era uno dei luoghi maggiormente visitati dai turisti, più di 40 milioni in 40 anni. Adesso, però, l’interesse verso Lenin e la sua vita è di molto sceso. Al memoriale, riconosce una delle responsabili Elena Gorbunova, non vi sono più le tradizionali file.

  Per tentare di cambiare questo trend negativo sono stati resi pubblici nuovi documenti sulla vita del capo del proletariato mondiale. Gli specialisti sono ad esempio riusciti a stabilire che Lenin era un lontano parente del grande compositore Piotr Cajkovskij (Tchaikovsky).

  La popolarità del fondatore dell’Urss è letteralmente crollata tra i russi negli ultimi due decenni. Secondo un sondaggio del centro “Levada” è passata dal 72 al 34%. Allo stesso tempo, dopo il Duemila, è risalita quella di Stalin dal 12 al 36%. Il “padre dei popoli”, caduto in disgrazia dopo la sua morte nel 1953, simboleggia le conquiste dell’impero sovietico. La propaganda di Stato ha semplicemente preferito Stalin, spiegano gli esperti.

  In epoca sovietica ai bambini delle elementari “nonno Lenin” era portato come esempio positivo da seguire per tutta la vita. Col crollo dell’Urss i programmi scolastici sono cambiati ed il ricordo del capo dei bolscevichi è stato posto in secondo piano. Le sue statue, però, restano nelle piazze delle principali piazze del Paese e spesso rappresentano il centro cittadino.

 La questione del mausoleo sulla Piazza rossa a Mosca rimane irrisolta per non urtare la suscettibilità di chi credette nell’Urss e nel suo fondatore. Da più parti si chiede la sepoltura del corpo imbalsamato di Lenin, ma l’argomento è stato tagliato dall’agenda politica.

 La prima reazione dell’ex premier Timoshenko e dei nazionalisti ucraini è stata quella di richiedere una riunione d’emergenza del Parlamento, poi fissata in sessione ordinaria per il 27 aprile. Il neopresidente Viktor Janukovich ha, infatti, allungato a sorpresa l’affitto della base navale di Sebastopoli ai russi di altri 25 anni + eventuali opzionali altri 5.

 La sua scelta provoca una vera e propria svolta nelle dinamiche geostrategiche dell’intera regione. Per prima cosa, addio alla contestata e controversa adesione del Paese slavo alla Nato, poi messa in archivio del progetto dei neocons Usa, vicini a George Bush jr., di creare un cuscinetto tra Russia ed Europa.

 Il precedente Esecutivo ucraino “filo-occidentale” aveva chiarito che Mosca avrebbe dovuto trovare un’altra sistemazione per la Flotta del Mar Ner. Il Cremlino si apprestava a costruire una base vicino a Novorossijsk.

Patto di Kharkiv: Accordo vantaggioso per Kiev, ma conto salato per Mosca

 Janukovich rimanda, indirettamente, a metà secolo la spinosissima questione della sovranità della Crimea – penisola “regalata” da Chrusciov all’Ucraina nel 1954 -. Gli abitanti della regione, trovatisi dopo il crollo dell’Urss fuori dalla loro Madrepatria,  non vedono oggi di buon occhio il potere di Kiev. Negli anni Novanta si svilupparono movimenti indipendentisti o filo-russi.

 In cambio del prolungamento dell’affitto a Sebastopoli fino al 2042 (dal precedente 2017), il leader ucraino ottiene da Mosca 40 miliardi di dollari, di cui 7 nei prossimi 24 mesi in sconti sul prezzo del gas. L’Ucraina, da tempo sull’orlo del default, ha chiesto al Fondo monetario internazionale un nuovo prestito da 12 miliardi di dollari, dopo aver in parte usufruito di un altro, poi congelato da 16,4.

 La complessa situazione economica necessita di sacrifici. Al recente vertice sulla proliferazione nucleare di Washington Kiev si era accordata per la consegna del suo plutonio ad uranio arricchito agli Stati Uniti entro il 2012.

 Con l’Unione europea in stand-by ad Est e l’avvicinamento della Polonia alla Russia, giustificato soprattutto da ragioni economiche, l’Ucraina rischiava di rimanere fuori dai giochi continentali. Ora passa all’incasso. Janukovich è sempre quel politico che realizzò la maggior privatizzazione del suo Paese. L’asta la fece vincere agli oligarchi locali a scapito dei russi con una perdita per l’Erario locale di una montagna di dollari.

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