Russia, senza successo le mediazioni per Nagorno-Karabakh e Transnistria.

27 Jun 2011

 La diplomazia del Cremlino registra un passo a vuoto. Nell’arco di una settimana è saltata la sua mediazione sia per il Nagorno-Karabakh che per la Transnistria. Da dopo il conflitto con la Georgia per l’Ossezia meridionale nel 2008 Mosca cerca di risolvere i problemi degli “Stati non riconosciuti” con lo scopo di evitare guai peggiori in futuro ed infiltrazioni esterne nello spazio ex sovietico.
 Soltanto progressi, ma non accordi. Così si può definire l’esito del tanto atteso summit a tre russo-armeno-azero per l’annosa questione del Nagorno-Karabakh. A Kazan i presidenti Medvedev, Sarghsjan ed Aliev hanno raggiunto una reciproca comprensione dei problemi da risolvere, si legge nel documento finale. Il punto di partenza del negoziato sono i cosiddetti “principi di Madrid”, definiti nel 2007.
 Ma per decidere la loro attuazione – quindi la firma di una “road map” – ci vorrà ancora tempo. Mosca e la comunità internazionale fanno pressioni invano sia su Erevan che su Bakù per trovare una soluzione duratura. Il rischio di una nuova guerra è alto, affermano gli specialisti.
 Scoppiata nel febbraio ‘88 la questione del Nagorno-Karabakh, enclave armeno in territorio azero, fu il primo segnale del risveglio delle nazionalità in Urss. Dopo una sanguinosa guerra negli anni Novanta la provincia ha dichiarato la sua indipendenza da Bakù.
 Discorso simile anche per la Transnistria-Dniestr. Dopo 5 anni di interruzione Mosca ha tentato, senza risultato, di scongelare il negoziato nel quadro del 5+2, ossia Russia, Ucraina, OSCE, Unione europea, Usa più Moldavia e Transnistria. 
Le parti, tuttavia, hanno immediatamente affermato di non voler ricominciare a trattare e che le loro posizioni rimangono immutate. La Moldavia punta ad essere uno Stato unitario e rifiuta di creare un sistema federale con la provincia separatista. La Romania, assai influente a Chisinau, mira a riunire una delle sue regioni storiche. La Russia propone a sua volta il mantenimento dell’integrità territoriale moldava e la concessione di uno statuto speciale per il Dniestr. Tiraspol prosegue nella sua linea indipendentista.  
 La Transnistria, popolata in prevalenza da popolazioni slave, si è liberata dal controllo di Chisinau nel 1992 dopo un breve conflitto armato. Oggi è utilizzata come una specie di off-shore da compagnie russe ed ucraine.

NB.
I cosiddetti “principi di Madrid” sono stati aggiornati l’anno scorso dai mediatori internazionali. Essi prevedono in particolare la riconsegna all’Azerbaigian dei territori intorno al Nagorno-Karabakh; il mantenimento di uno status temporaneo che garantisca all’enclave sicurezza ed autonomia; un corridoio che l’unisca all’Armenia; la definizione di un suo futuro status giuridico attraverso una dichiarazione della sua popolazione; il diritto di tutti i profughi a tornare alle proprie case; garanzie di sicurezza internazionale con la presenza di una forza di pace.

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