Russia – Iran, timori di guerra e l’“affaire Danilenko”.

9 Nov 2011

  La Russia è fortemente preoccupata per la situazione nel Golfo Persico. La sua diplomazia si muove per evitare l’irreparabile. Il rischio di una nuova guerra è alto. Un attacco israeliano all’Iran “sarebbe un errore molto grave dalle conseguenze imprevedibili”, ha sottolineato Serghej Lavrov. Serve, ha spiegato il ministro degli Esteri russo, una decisa iniziativa per tornare al tavolo dei negoziati ed uscire dall’attuale vicolo cieco. Il monito di Mosca giunge, quando pare che un’azione militare dei cacciabombardieri con la stella di Davide contro una decina di installazioni atomiche iraniane sia ormai questione di ore.
 Almeno è questo che si è desunto dalle parole chiarissime del presidente israeliano Shimon Peres, che parla di “attacco probabile”. L’’Aiea, l’agenzia internazionale per il controllo dell’energia atomica, ha appena pubblicato un rapporto sull’Iran. Alcuni suoi stralci erano stati, però, già resi noti da un quotidiano statunitense nei giorni scorsi.
 Teheran si sarebbe presa gioco della comunità internazionale e le sanzioni della Nazioni Unite non sarebbero servite a nulla. Le prove definitive sul carattere militare del programma atomico degli ayatollah sarebbero la creazione al computer di testate nucleari e le fotografie scattate dai satelliti di un enorme container di acciaio usato per test ad alta capacità esplosiva. In Russia si discute del ruolo chiave svolto dall’esperto “sovietico” Vjaceslav Danilenko, che avrebbe anche insegnato agli iraniani a sviluppare detonatori ad alta precisione. Con lui hanno collaborato al programma militare specialisti pakistani e nord coreani.
 Un giornale russo ha tentato di identificare questo Vjaceslav Danilenko. Ve ne sono due – con identico nome e cognome, ma diverso patronimico – che lavorano in questo campo: uno ucraino, l’altro russo. L’ucraino ha negato di avere mai avuto rapporti con l’Iran. Il secondo, invece, avrebbe avuto contatti con Teheran negli anni Cinquanta. L’opinione diffusa a Mosca è che la fuga di notizie dagli Usa sia stata non casuale e che l’Iran non ha ancora sviluppato capacità militari.
 Qualche mese fa la Russia, dopo anni di ritardi, ha consegnato la centrale atomica ad usi civili di Bushehr, la prima in funzione in Iran. Gli americani avevano espresso la loro contrarietà, ma Mosca ha fornito ampie rassicurazioni al riguardo.
 Stando ad alcuni analisti militari gli Stati Uniti, ancora infuriati per il recente fallito complotto iraniano organizzato per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington, potrebbero appoggiare l’azione israeliana dalle portaerei dislocate nel golfo Persico.

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