Russia: Il tramonto degli oligarchi – primavera 2009

25 Aug 2009
Oleg Deripaska

Oleg Deripaska

Dovevano essere i nuovi Carnegies e Rockfellers in salsa russa. Ed invece la crisi economica li sta facendo definitivamente tramontare. Gli oligarchi dell’ex superpotenza sono in gravissima difficoltà. Le conferme giungono dalle riviste specializzate, ad iniziare dall’americana Forbes. A Mosca ora vivono solo 27 Paperoni. Chi aveva investito nel settore immobiliare ha subito perdite pesantissime quasi come chi controlla le società minerarie.

L’autorevole Finans ha calcolato che, in 12 mesi, il numero dei magnati russi tra i miliardari del mondo si è più che dimezzato, da 101 a 49. I primi dieci hanno lasciato sul terreno insieme 75,9 miliardi di dollari. In totale il costo della crisi per i tycoon federali si aggira ben oltre i 300 miliardi.

L’assottigliamento del portafoglio va di pari passo con la perdita di peso politico. Gli oligarchi non sono più l’ago della bilancia in Russia. I fili del gioco sono tornati saldamente nelle mani del Cremlino, che ha piazzato i suoi uomini nei consigli d’amministrazione delle principali aziende.

La crisi finanziaria ha completato, quindi, il successo del piano di Vladimir Putin di riportare l’economia sotto il pieno controllo della politica. Nessun oligarca, in questo momento, si sognerebbe mai di sfidare il potere come fece, all’inizio del Duemila, Michail Khodorkovskij, poi finito a soggiornare nelle patrie galere. Oggi è il Cremlino a decidere chi tra i magnati salverà il suo gruzzolo o verrà fatto fallire o sarà obbligato a cedere le proprie società.

Il 41enne Oleg Deripaska era all’inizio del 2008 l’oligarca più ricco di Russia. Sembrava che la sua fortuna non dovesse finire mai. Si parlava di 40 miliardi di dollari. Ed invece, nell’arco di quattro mesi, il crollo della Norilsk Nickel ed il ridimensionamento della RusAl ha trascinato anche lui. Gli incontri nelle stanze del potere si susseguono di continuo per trovare il modo di salvare il salvabile.

khodorkovskij
Michail Khodorkovskij

Lo stesso Michail Prokhorov, che nell’aprile 2008 vendette a Deripaska il 25% della Norilsk Nickel intascando 7 miliardi in contanti, è stato costretto a chiedere di ridiscutere il prezzo (496 milioni di euro concordato in precedenza) per l’acquisto di una famosa villa, già della famiglia Agnelli, in Costa azzurra. E lui è oggi l’uomo più ricco di Russia con un patrimonio di 14,1 miliardi di dollari.

Segue Roman Abramovich con 13,9. Il “patron” del Chelsea ha deciso di rimandare persino il suo terzo matrimonio con l’affascinante modella Dasha. Non è il momento per certi sfarzosi festeggiamenti, avrebbe detto alla futura sposa. In pochi mesi l’ex governatore della gelida Ciukotka ha bruciato, secondo alcune stime, circa 14 miliardi di euro. Voci sulla possibile vendita del suo gioiello calcistico ne girano da mesi. Chissà, messe in giro dal solito annoiato emiro arabo di turno in cerca di pubblicità e di occasioni per spendere i petrodollari.

L’oligarca più in disgrazia resta, comunque, Michail Khodorkovskij, che non comprese che l’epoca Eltsin era finita in Russia con l’avvento al potere di Vladimir Putin. Il suo guanto di sfida venne preso come un affronto. Sembrava la riedizione moderna della lite tra Ivan il terribile ed il principe Kurbskij. Con la differenza, questa volta, che lo sfidante – invece di prendere la via dell’esilio – se ne rimase tranquillo in Patria a dirigere il suo impero petrolifero.

La conclusione la conoscono tutti: la sua società, la Yukos, è stata smembrata e l’ex magnate è ospite delle prigioni siberiane dal 2004. Se il nuovo procedimento giudiziario, di recente apertosi, per operazioni finanziarie illecite e riciclaggio gli andrà male Khodorkovskij rischia di passare il resto della sua esistenza dietro alle sbarre. A nulla sono valsi finora gli appelli dei tanti suoi amici sparsi nelle cancellerie occidentali. Colpire uno per educare gli altri, è stata la strategia vincente adottata dal Cremlino. Nessun altro Paperone si è più permesso di scontrarsi con il potere politico che ora torna padrone della Russia.

Primavera 2009

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