Chi ha ucciso Anna Politkovskaja? Ecco le prime risposte ufficiali.

15 Dec 2012

 Un primo colpevole siede in prigione da venerdì scorso. Dmitrij Pavljuchenkov è stato condannato ad 11 anni di colonia penale a regime duro. E’ stato provato che l’ex ufficiale di polizia ha pedinato per giorni la giornalista ed ha fornito al killer l’arma del delitto.
Pavljuchenkov non ha, però, fatto il nome dell’assassino né tanto meno quello dei mandanti. Ha raggiunto un accordo preventivo secondo il quale lui ammetteva quanto attribuitogli, evitando di testimoniare pubblicamente in aula.
Questa scelta della Procura ha provocato polemiche a non finire, ma l’obiettivo di tale decisione è stato quello di arrivare ad una svolta per stabilire un primo punto fermo, dopo anni in cui gli inquirenti hanno letteralmente brancolato nel buio.
Pavljuchenkov si è fatto soltanto scappare di bocca che prima dell’omicidio non erano solo i “criminali” a seguire la scomoda giornalista, famosa per le sue inchieste sul malaffare e per le sue posizioni anti-Cremlino, ma anche vari “servizi”.
Da qui la conferma di quanto da sempre affermato dalla famiglia Politkovskaja, ossia che dietro all’uccisione della congiunta si celi un vero complotto.  Come si ricorderà la reporter venne uccisa sul pianerotto dello stabile in cui aveva affittato nel centro di Mosca un appartamento il 7 ottobre 2006.
Nel 2009 sono stati processati tre fratelli ceceni, poi assolti per mancanza di prove. Secondo gli investigatori Rustam Makhmudov sarebbe stato il killer della giornalista, mentre gli altri due avrebbero avuto il compito di palo ed autista del commando.
Il terzetto, insieme al condannato Pavljuchenkov, sarebbe stato al soldo di un boss loro connazionale, tale Lomali Gaitukaiev, adesso in galera per altri reati. Un altro figurante in questa vicenda è un secondo poliziotto, che avrebbe fornito al gruppo di fuoco aiuto logistico.
In sintesi, se più o meno gli inquirenti sono riusciti a ricostruire la scena del delitto è invece buio fitto sui mandanti. In passato Dmitrij Muratov, il direttore della Novaja Gazeta, la testata per la quale lavorava la reporter uccisa, ha puntato il dito contro le autorità, sostenendo che esiste “un tabù politico” che blocca l’identificazione di chi ha materialmente pagato il commando.
Impossibile capire anche il movente dell’omicidio. La Politkovskaja aveva nemici ovunque, nella galassia della criminalità organizzata ed in quella dei servizi deviati, in Russia come in Cecenia.

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