Crisi ucraina, gas ed Italia nei pensieri di Putin.

29 May 2014

Il vento è cambiato in Ucraina. Con la scelta di un presidente, legittimato dall’investitura popolare addirittura senza il ballottaggio, il presunto vuoto di potere a Kiev è stato colmato. La Russia ha per questo, almeno parzialmente, cambiato il proprio approccio alla crisi, dopo aver ritirato le truppe dalla frontiera la settimana prima delle elezioni.

La fase – definiamola “militare regolare” -, è per il momento chiusa. Invadere “ufficialmente” il Donbass e la regione di Lugansk sarebbe un inutile suicidio politico – diplomatico. Mosca erediterebbe realtà socio-economiche difficilissime, che necessitano di rilevanti investimenti finanziari. Che ci pensi l’Europa a prendersi un tale fardello!” ItalyRussia

Il Cremlino ora mira ad incassare gli oltre due miliardi di dollari di forniture di gas non pagate dagli ucraini, che, dal canto loro, sono disposti sì a saldare il conto, ma soltanto in cambio di un futuro prezzo equo. Altrimenti Kiev si rivolgerà al Tribunale arbitrale di Stoccolma e la Gazprom sarà costretta ad aspettare i suoi soldi ancora chissà quanto.

La Russia ha adesso non poco da perdere: il vantaggio accumulato nelle settimane post deposizione di Janukovich è finito. Ecco la ragione delle timide aperture diplomatiche di queste ore. Mosca, però, non vuole mediatori occidentali tra i piedi. La ragione è semplice: gli europei hanno colpe enormi nello scoppio della crisi; i ministri degli Esteri polacco, francese e tedesco hanno garantito il 20 febbraio scorso un accordo per la sopravvivenza politica di Janukovich, sconfessato dagli eventi dopo manco una notte.

La diplomazia russa ha quindi iniziato una mini-offensiva con contatti a più livelli. Il presidente Putin ha parlato al telefono con Matteo Renzi. L’Italia avrà dal primo luglio la presidenza di turno semestrale dell’Ue. Il Cremlino si attende un aiuto dagli storici partner per uscire da questo pantano.

Giuseppe D’Amato

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