Russia Torna il sereno tra Medvedev e Putin

22 Nov 2009

E’ tornato il sereno tra Dmitrij Medvedev e Vladimir Putin. Al Congresso del partito del Cremlino Russia Unita i due leader hanno dato ampia dimostrazione di armonia e compattezza. Nelle scorse settimane il giovane presidente si era lasciato andare a dei commenti e a delle precisazioni che facevano intendere dissapori con il suo amico e predecessore. L’ex leader sovietico Michail Gorbaciov aveva pubblicamente criticato certe considerazioni fuori luogo in un momento così difficile per l’economia federale. Alcuni osservatori erano giunti ad azzardare persino l’inizio di una lunga e tormentata campagna elettorale fino al 2012, data di scadenza del mandato di Medvedev.

A San Pietroburgo le paure dell’establishment si sono dissipate in pochi minuti e si ha per ora la quasi certezza che il duo proseguirà nella coabitazione senza sgambetti. Sapiente è stata la gestione della scena al Congresso con l’intero Paese interessato a scrutare sul futuro. Ambedue i grandi protagonisti sono apparsi insieme sorridenti e a proprio agio come se nulla fosse accaduto. Il presidente ha parlato di politica, il premier di economia.

E’ dall’inaugurazione dell’attuale presidenza, dal maggio 2008 che Medvedev e Putin evitano accuratamente di pestarsi i piedi in pubblico. Al massimo in situazioni separate volano le frecciatine. Gioco delle parti o no, la Russia vive una situazione differente dalla tradizione passata: lo zar od il segretario del Pc od il presidente è sempre stato uno solo, a governare e a decidere. Quando si è vissuto in situazioni di doppio potere il Paese è saltato per aria.

Dopo un primo anno in cui Medvedev è stato tranquillo a svolgere il compitino affidatogli adesso il giovane presidente cerca un suo spazio. Non vuole far passare alla storia il suo mandato come un semplice intermezzo prima della probabile terza presidenza Putin. Sicuramente non gli ha fatto piacere sapere che nella classifica degli uomini più potenti al mondo, stilata dal settimanale Usa Forbes, il suo primo ministro è al terzo posto e lui in Russia è preceduto non solo da Putin ma anche dal suo vice premier ed uomo ombra, Igor Sechin.

La differenza di personalità e di esperienza politica tra i due è notevole. Medvedev è il classico bravo ragazzo, di cui ci si può fidare, ma, in fondo, è un po’ noiosetto. Putin è decisamente più carismatico, è il figlio che tutte le madri russe vorrebbero avere.

Nell’immaginario collettivo il presidente viene associato oggi alla crisi economica, mentre l’attuale premier al boom ed allo sviluppo di inizio secolo. Putin è allo stadio quando la nazionale vince; Medvedev ha commesso il terribile errore di seguire nei giorni scorsi la Russia in trasferta in Slovenia dove la squadra di Hiddink ha perso partita e qualificazione ai mondiali di calcio in Sud Africa.

I mass media, controllati dallo Stato, hanno un ruolo decisivo in questa corsa a chi è più popolare, specialmente in un Paese immenso come la Russia, dove, per adesso si tira un sospiro di sollievo. Il messaggio, che giunge dalle rive della Neva, è uno solo: i due amici di vecchia data hanno riscoperto la simpatia di un tempo aiutati forse dall’aria frizzante di casa.

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