Ucraina. Dal riformatorio alla presidenza

8 Feb 2010

 Due condanne per furto e violenza nonché quasi tre anni passati in galera. C’è anche questo nella biografia di Viktor Janukovich, cresciuto dalla nonna in un piccolo centro del bacino carbonifero del Don. “Furono errori di gioventù”, ha in passato commentato il neopresidente che ricorda l’adolescenza come un periodo di fame e di lotta per la sopravvivenza. Elettricista, poi autista, quindi ingegnere meccanico, ebbe la fortuna di diventare un protetto di Gheorghij Beregovoj, astronauta sovietico, che lo aiutò a muovere i primi passi in politica. Secondo i suoi avversari in realtà politici fu “mamma Kgb” a redimerlo.

 Janukovich è stato a lungo governatore regionale di Donetsk, quindi due volte primo ministro. Nell’autunno 2004 è stato travolto dal ciclone della rivoluzione arancione, quando sembrava ormai destinato a diventare capo dello Stato. Durante gli anni del suo premierato il capo del partito delle Regioni fu apprezzato anche in Occidente, dove l’allora leader ucraino Leonid Kuchma veniva aspramente criticato per gli scandali che lo vedevano coinvolto in prima persona. L’affare Gongadze, con l’uccisione di un giornalista dell’opposizione, e la vendita di armi all’Iraq minarono il suo prestigio tanto che ad un vertice internazionale a Praga la Nato utilizzò la dizione francese, invece che quella tradizionale inglese, per evitare che Kuchma si sedesse vicino a George Bush. Janukovich in quel periodo rappresentava la “faccia pulita” di Kiev. Poi il disastro delle presidenziali del 2004 e la resurrezione con il fallimento degli arancioni pro-occidentali.

 Quest’uomo goffo nei movimenti, ma di una intelligenza fuori dal comune, è sostenuto dall’imprenditoria industriale dell’est. Le maggiori imprese del Paese sono indubbiamente con lui. I suoi detrattori lo descrivono come una “marionetta” nelle mani degli oligarchi, il politico della restaurazione. Il neopresidente, famoso anche per le sue gaffe, viene descritto come vicino a Mosca, ma, invero, quando fu premier aiutò gli oligarchi suoi amici a fare propri i migliori bocconi delle privatizzazioni, andando spesso a scontrarsi con gli interessi russi.

 Contrario all’adesione di Kiev all’Alleanza atlantica, ma favorevole all’integrazione nell’Ue, il quasi 60enne Janukovich ha criticato spesso duramente la politica “mono-vettoriale” del suo predecessore Viktor Jushenko. Un Paese come l’Ucraina (diviso fra le sue due anime contrapposte) non può dimenticare i suoi legami storico-economici con la Russia, con cui va risolto al più presto il problema della presenza della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli. La lingua di Pushkin dovrà diventare la seconda lingua ufficiale, venendo incontro ai milioni di russofoni, che si scontrano quotidianamente con una situazione assurda.

 

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