Moldova. Grandi manovre in vista del referendum costituzionale. Paese in cerca di un presidente da oltre un anno.

19 Aug 2010

Il braccio di ferro tra maggioranza filo-europeista e minoranza comunista continua senza sosta. Il presidente ad interim e speaker del Parlamento Mihai Ghimpu ha annunciato di non voler sciogliere l’Assemblea legislativa se il referendum di riforma costituzionale del 5 settembre dovesse fallire. “Non voglio il caos – ha osservato il capo di Stato facente funzioni nel corso di un’intervista -. Servono le giuste condizioni per una tale scelta”. La Carta fondamentale indica, invece, nelle elezioni generali la soluzione a questo tipo di problemi.

 L’ex presidente, nonché leader del Pc moldavo, Vladimir Voronin aveva lanciato, in precedenza, un appello agli elettori a boicottare la consultazione del 5 settembre che ha l’obiettivo di emendare la Costituzione in vigore. Se la proposta dei filo-europeisti passasse il capo dello Stato sarebbe eletto direttamente dal popolo e non dalla maggioranza dei deputati del Parlamento come è avvenuto in passato.

  La crisi politica in Moldova dura dalle parlamentari del 5 aprile 2009. Allora il Pc ottenne 60 mandati, ma i filo-europeisti riuscirono a bloccare la nomina del capo dello Stato. Servivano 61 voti per scegliere il successore di Voronin. L’Alleanza per l’integrazione europea fece così sciogliere l’Assemblea legislativa in ottemperanza della Costituzione.

 Le successive parlamentari del 19 luglio 2009 decretarono la vittoria dei 4 partiti filo-romeni con il Pc all’opposizione. La coalizione di governo conta 54 voti, mentre i comunisti 43, 4 sono gli indipendenti. Tutti i tentativi di eleggere un presidente sono finora falliti.

 I filo-europeisti hanno intrapreso una dura politica anti-russa, che ha provocato un nuovo embargo da parte di Mosca del vino moldavo, principale risorsa della repubblica ex sovietica.

 Quest’interminabile empasse politica rischia di mettere in serio pericolo la stessa esistenza del Paese, in cui elementi latini e slavi sono mischiati tra loro. Alcune forze spingono affinché la Moldova diventi una regione della Romania.

 

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