Polonia – UE, si è realizzato il “Sogno europeo” di Varsavia.

1 Jul 2011

Primo luglio 2011. La Polonia è in festa. Il Paese dalla “tanta storia e poca geografia” ha assunto per la prima volta la presidenza dell’Unione Europea, completando quel durissimo percorso iniziato subito dopo l’uscita dalla sfera di influenza sovietica alla fine della Guerra Fredda.
La Polonia è oggi un esempio di democrazia normale e moderna con un’economia solida e dinamica. Ma non sono state tutte rose e fiori per ottenere questo risultato. Il referendum di adesione all’Ue, con la discesa in campo persino di Papa Wojtyla, fu vinto a fatica nel giugno 2003. Quanta la paura dell’ennesimo scherzo della storia!  Ricordiamo ancora le lacrime della gente, quando, nella notte del primo maggio 2004, la bandiera europea salì nel cielo di Varsavia a piazza Pilsudski, mentre il mattino successivo il centro cittadino fu paralizzato dalla protesta di migliaia di euroscettici. Le successive elezioni dell’autunno 2005 furono vinte dai gemelli Kaczynski alla testa di un partito che radunava scontenti ed ultra-conservatori.
I pesanti costi sociali per l’adesione all’Ue sono stati mitigati dai fondi strutturali (67 miliardi dal 2007 al 2013), giusta compensazione dell’Occidente per aver abbandonato la Polonia per quattro decenni nelle mani dei sovietici. Il boom economico, aiutato dai forti investimenti stranieri – soprattutto d’oltreoceano -, ha fatto il resto. Le città si sono arricchite tanto che si fa fatica a riconoscerle rispetto a come erano all’inizio del secolo. Finalmente i polacchi sono diventati fiduciosi nell’Unione. In un sondaggio gli euroentusiasti sono vicini all’80%.
Nella sua qualità di presidente dell’Ue la Polonia gestirà la complessa trattativa per la definizione del budget continentale 2014-2021. La Commissione europea le ha già garantito ben 80 miliardi di euro di nuovi fondi strutturali sui 972,2 del bilancio totale continentale. Varsavia intende aprire la strada all’Associazione all’Ue dell’Ucraina, Paese vicino col quale ospiterà la tanto attesa vetrina degli Europei di calcio nel prossimo giugno 2012, concludere i negoziati con la Croazia e migliorare ulteriormente i rapporti con la Russia.
In Europa ci sono anche esempi positivi non solo la Grecia o i PIGS o l’Italia che balbetta da un decennio. L’economia di Varsavia viaggia a tassi di espansione “alla tedesca”. Ecco perché la Polonia di Donald Tusk si candida a diventare una “Spagna”, ma dalle fondamenta salde, di questo decennio.

Giuseppe D’Amato

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