Russia al voto tra apatia e rabbia.

2 Dec 2011

Chiusura tra le polemiche per l’apatica campagna elettorale. Domenica la Russia andrà alle urne per rinnovare la Duma, la Camera bassa del suo Parlamento. “Andate a votare” è stato l’invito contenuto nel messaggio televisivo ufficiale del presidente Dmitrij Medvedev ai suoi connazionali. “Tutti e 7 i partiti – ha sottolineato Medvedev – sono stati creati per una libera concorrenza”. Fin qui poco da eccepire.  Ma votate “con responsabilità”, ha rimarcato il capo del Cremlino, che è anche capolista del partito del potere Russia Unita e “per chi ha esperienza a superare le crisi”. Al Paese serve una Duma che possa aiutare la Russia a crescere e non una divisa come quelle passate, chiaro il riferimento al primo decennio post sovietico.
Immediatamente sono scoppiate le polemiche. Già nei giorni scorsi i comunisti avevano presentato alla Commissione elettorale un documento contro Medvedev, che ha attivamente partecipato insieme a Putin alla campagna elettorale di Russia Unita. Il capo dello Stato dovrebbe essere il garante della regolarità della tornata elettorale ed invece è parte in causa.
Mentre i canali televisivi federali mandano in onda servizi sui successi degli ultimi anni con case consegnate ai militari, guarda caso, in questi giorni e statistiche sul miglioramento della vita ovunque nelle province i blog ed i social forum – considerati dalla gente i nuovi samizdat dell’epoca post sovietica – danno l’immagine opposta di un Paese irritato per la situazione creatasi. Molti russi sentono che qualcun altro ha già scelto per loro ed il loro voto non conta nulla. Di qui il timore di un alto tasso di assenteismo alle urne.
In questi ultimi mesi dalla Russia si è registrata una enorme fuga di capitali: si teme forse il ritorno al potere di Putin e una prossima svalutazione del rublo. Contemporaneamente alcuni sociologi hanno segnalato un’impressionante ondata emigratori, soprattutto della classe media alta o di specialisti, paragonabile soltanto a quella successiva alla rivoluzione d’ottobre del 1917.
Comunque andranno le legislative, brogli o non brogli, i russi non scenderanno in piazza sfidando il potere e i manganelli della polizia. Numerosi analisti si attendono, in caso di aggravamento della situazione economica a livello internazionale, un qualche moto popolare nelle regioni industriali.
L’ex oligarca Khodorkovskij, per anni in prigione in Siberia, avverte i connazionali che l’eventuale nuova elezione di Putin alle presidenziali di marzo sarebbe un colpo seria al mondo degli affari ed alla cittadinanza che ormai stanca di lui.

Secondo i principali sondaggi della vigilia. Serve superare il 7% per avere una rappresentanza parlamentare.

Russia Unita 53%
Partito comunista 20%
Partito liberaldemocratico LDPR 13%
Russia giusta 11%
Jabloko 1%
Patrioti della Russia 1%
Riformisti 1%

 

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