Archive for March, 2010


 After a deep recession in 2009 Central and Eastern Europe have emerged from the economic crisis but steady growth will be slow to come and unemployment will remain high, the Vienna Institute for International Economic Studies (WIIW) said in a report edited by news agency AFP.

Poland was the only country in the region to post growth in 2009 and it was expected again this year to boost the 10 new EU members’ average, forecast at 1.0 percent after a negative 3.6 percent last year.

 But individual figures were less positive: while Hungary, Bulgaria and Romania were expected to post zero-growth in 2010, gross domestic product (GDP) was likely to shrink in Estonia, Latvia and Lithuania, by 1.5 percent, 4.5 percent and 3.0 percent respectively.

 WIIW forecast 1.0 percent growth for Czech Republic, Slovakia and Slovenia and 2.5 percent for Poland. “We expect all countries in the region to be growing again only by 2011,” the institute said.

“That growth may accelerate slightly in 2012, but will in general be slower than in the pre-crisis period,” it added.

 For next year, WIIW forecast average growth for the 10 new EU member states at 2.8 percent, followed by 3.6 percent in 2012. WIIW also predicted massive growth for non-EU members Kazakhstan, Russia and Ukraine starting this year. However, a prerequisite for growth was a global recovery, prompting increased imports to the region, since rising unemployment would curb private consumption, the institute insisted.

 The jobless rate was also expected to peak this year, before falling slowly in the years to come.

A further danger was the effect of Greece’s current problems on the region’s eurozone prospects, the institute said. “That may well cross the plans of the new member states that have based their medium-term economic strategy on the earliest possible adoption of the euro,” it noted.

 Верховная Рада назначила народного депутата от Партии регионов Николая Азарова премьер-министром Украины. За это решение проголосовало 242 нардепа, что на 7 больше, чем вошло в состав новой коалиции. Новую коалицию сформировали фракции Партии регионов, Блока Литвина, Коммунистической партии Украины и 13 отдельных депутатов.

Kто вошел в коалицию в частном порядке спикер не назвал. Создание такой коалиции стало возможным после того, как в начале недели Верховная Рада Украины приняла закон, по которому формировать парламентскую коалицию теперь могут не только фракции, но и отдельные депутаты – то есть разрешила вступать в коалицию “тушками”.

В Верховной Раде 5 фракций: Партии регионов (172 депутата), БЮТ (155), блока “Наша Украина – Народная самооборона” (72), Компартии (27), Блока Литвина (20). Четыре депутата являются внефракционными. Всего 450 народных депутатов.

Справка – Николай Азаров

Родился в Калуге (Россия). В 1971 году окончил Московский госуниверситет имени Ломоносова по специальности “геолог-геофизик”. Доктор геолого-минералогических наук (1986 год), профессор (1991 год), член-корреспондент НАН Украины (1997 год).

С 1996 по 2002 года  – Председатель Государственной налоговой администрации Украины.

С ноября 2002 по февраль 2005 – Первый вице-премьер-министра, Министр финансов Украины в первом правительстве Виктора Януковича.

После избрания в парламент весной 2006-го возглавлял комитет по вопросам бюджета. 4 августа 2006 года во второй раз пришел в Кабмин Януковича и снова стал Первым вице-премьером, Министром финансов.

С ноября 2007 года – народный депутат Украины VI созыва от Партии регионов. Министр финансов в теневом (оппозиционном) правительстве Януковича.

Список министров

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Фонд Горбачева начал отмечать 25-летие перестройки презентацией доклада “Прорыв к свободе и демократии”.

Михаил Зубов MK – 5.03.2010 

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 In Ucraina tutto secondo le attese. La coalizione che reggeva il governo Timoshenko si è sfaldata e la premier è stata sfiduciata. 243 su 450 i voti che hanno sancito la fine di uno degli Esecutivi più longevi della storia nazionale.

 Contro la Timoshenko hanno votato anche 7 parlamentari del suo blocco, un gruppo facente parte di “Nostra Ucraina” dell’ex presidente Jushenko e 3 indipendenti.

 Le consultazioni tra le forze politiche sono febbrili. Bisogna fare presto anche perché la gravissima situazione economica nell’ex repubblica sovietica non lo consente.

 Lo scenario parlamentare che appare è assai frammentato, come da tradizione. Servono 226 voti ed il neo capo dello Stato, Viktor Janukovich, ha dalla sua parte 175 seggi del Partito delle Regioni, più i 20 del “blocco Litvin”. Decisivo sarà il ruolo di “Nuova Ucraina” con 72 voti a disposizione. Per legge ci sono 30 giorni per trovare un accordo, altrimenti elezioni anticipate il 30 maggio prossimo. Un’eventualità questa sconveniente soprattutto per i deputati vicini a Jushenko che dalle urne verrebbero penalizzati.

 La Timoshenko, che se n’è andata in ferie rifiutando di svolgere persino i compiti di ordinaria amministrazione, ha denunciato manovre sotterranee per far diventare l’ex presidente primo ministro. I due uomini della politica nazionale, tra di loro accordatisi prima delle elezioni di gennaio, l’avrebbero fatta fuori.

 “Serve una squadra di professionisti che segua un unico programma”, ha mischiato le carte Janukovich,  soppesando ogni singola parola in un’intervista alla tivù russa. Come dire, gli assi in mano li ho ora io, per Jushenko vedremo. La coabitazione tra i due durò un anno, a cavallo tra il  2006 ed il 2007, ma furono numerosi gli screzi.

 Fonti del Partito delle Regioni, vincitore delle ultime tre consultazioni, sono certe che una coalizione di governo verrà formata presto. La recente storia passata afferma, però, esattamente il contrario. Il rischio è che inizi la solita “roulette ucraina” fino all’ultimo secondo.

I rapporti franco-russi sono tornati normali dopo la crisi georgiana dell’estate 2008. Parigi e Mosca stringono affari commerciali vantaggiosi ed accordi militari di un’importanza inusuale, guardando ad un futuro prossimo con una minore influenza Usa nel Vecchio Continente.

La società GDF Suez è entrata nel consorzio per la costruzione del gasdotto a conduzione tedesca North Stream con una quota pari al 9%. In precedenza, in dicembre, l’EDF aveva fatto ingresso in quello del South Stream – capitanato dall’italiana Eni –. Entrambi questi mastodontici progetti sottomarini mirano a garantire una maggiore stabilità nelle forniture energetiche russe all’Europa, evitando il passaggio sul territorio di Paesi terzi come Ucraina e Bielorussia.

I tre giorni del presidente Medvedev a Parigi sono stati ricchi di appuntamenti. Accompagnato da un centinaio di imprenditori, il capo del Cremlino ha cercato investitori e compagnie che portino tecnologia in Russia. Le maggiori discussioni hanno riguardato il settore automobilistico con la Renault e quello delle costruzioni per le Olimpiadi di Sochi 2014. Incoraggianti i risultati in campo culturale (il 2010 è l’anno della Francia in Russia e viceversa) ed in quello spaziale con l’utilizzo dei vettori Sojuz per il lancio di satelliti transalpini.

La Francia sta valutando la vendita di 4 navi da guerra della classe Mistral da dislocare nel mar Baltico. In poche ore i russi potrebbero essere in grado di trasportare un grosso numero di truppe. Mai in passato un membro della Nato aveva messo in preventivo una scelta del genere. I Paesi baltici hanno reso noto la loro contrarietà ed hanno chiesto un intervento di Washington. “Sarebbe il simbolo della nostra fiducia”, ha dichiarato il presidente Sarkozy.

Il collega Medvedev si è detto disponibile a sanzioni “intelligenti” contro l’Iran. Il trattato Start tra le due superpotenze della Guerra Fredda, scaduto nel dicembre scorso, dovrebbe chiudersi presto. Su questo ultimo punto una fonte dell’Amministrazione Obama ha confermato che gli Stati Uniti si preparano ad una riduzione spettacolare del loro arsenale nucleare, mantenendo, però, la deterrenza.

Dietro alle quinte ci si sta preparando alla costruzione degli Scudi, ossia delle difese anti-missilistiche, considerando che Paesi, definiti un tempo “canaglia”, hanno ormai sviluppato tecnologia in grado di colpire a medio raggio. Ecco il perché, per la rabbia del Cremlino, Paesi come Romania e Bulgaria sono disponibili ad ospitare pezzi dello Scudo USA e la Polonia è pronta a dislocare altri tipi di armi americane sul suo territorio.

 Peggio di così nemmeno negli incubi più terribili. La Russia olimpica ha collezionato figuracce in serie a Vancouver. Per la prima volta dopo 46 anni rappresentanti di Mosca non hanno vinto l’oro nella danza a coppie sul ghiaccio. Lo “zar” dei palazzetti, Evghenij Plushenko, è arrivato soltanto secondo nell’individuale. Nell’ultimo triennio questo biondino slanciato e dalla battuta pronta è diventato più una “stella” superpagata della televisione che uno sportivo affamato di competizioni. Nel biathlon e nello sci di fondo dei russi non c’è traccia, come se questi si siano persi nei boschi della British Columbia.

 L’enorme gigante slavo, già prostrato da una dura recessione economica condita da un’inattesa crisi psicologica tra la gente, è rimasto attonito. Le Olimpiadi invernali sono per i russi come i mondiali di calcio per gli italiani. “E’ il destino!” il tipico commento fatalista dell’uomo della strada, inviperito per le notizie d’oltreoceano.

 “Vinciamo 31 medaglie, di cui 11 d’oro”, aveva bellamente preannunciato il capo della Federazione Olimpica, Leonid Tjagaciov, due giorni prima dell’inizio delle gare. I parlamentari russi sono furiosi e hanno invitato lui ed il ministro dello sport Vitalij Mutko ad andarli a trovare alla Duma. La data dell’audizione è stata fissata ed alcuni partiti chiedono la loro testa. In altri tempi un lungo soggiorno in Siberia non glielo levava nessuno.

 Nella giornata di chiusura il presidente Medvedev aveva in programma un viaggio a Vancouver per prendere il testimone per Soci, sede delle prossime Olimpiadi nel 2014. Invece forfait. Il governo federale ha tagliato pesantemente il budget dello Stato per il 2010, ma i fondi per i Giochi… quelli no. La valanga di petro-rubli, per mostrare al mondo il volto nuovo della Russia post sovietica, non è stata nemmeno sfiorata dalla crisi. Dopo il disastro di Vancouver la Corte dei conti vuole mettere il naso nel superbilancio per Soci. Dopo le debacle sportive quelle per le infrastrutture non all’altezza?

 In Canada “Casa Russia” è stata forse la più elegante. Non si è badato a spese. Oltre a luculliani banchetti offerti, sono stati portati cantanti e ballerini per mitigare la nostalgia per la Patria lontana. “Ma dove sono gli sportivi?” – si è domandato un giornalista di una tivù non schierata col potere. – “Abbiamo visto soltanto funzionari, deputati e pezzi grossi”.

 Giovedì 25 febbraio, il colpo definitivo: 7-3 contro gli eterni avversari canadesi. E’ stata la delusione che probabilmente ha fatto cadere le braccia a Medvedev, ma non all’indomito Putin, che ha invitato il Paese a tirarsi su di morale. “Nel 2014 andrà meglio”, il messaggio. La settimana prima contro la Slovacchia di hockey per la Russia è stata una “Corea”. E pensare che davanti alla sede della Federazione di hockey canadese a Toronto fa bella mostra una targa in cui si ricorda un’epica vittoria della nazionale locale contro quelli che un tempo erano considerati i mostri sovietici. Correva voce addirittura che quegli “orsi” imbattibili sui pattini avessero i bastoni più lunghi del consentito.

 “La nazionale russa più scarsa della storia”, scrivono alcuni giornali. “Perlomeno abbiamo vinto la medaglia d’oro delle giustificazioni”, osserva Ajder Muzhdabaev su “Mk”. La più originale è stata che “laggiù fa troppo caldo per noi!” Il magnate Prokhorov è presidente della Federazione di biathlon e da poco ha acquistato la squadra di basket dei New Jersey Nets, da lui ritenuta possibile pretendente al titolo Nba. “Bravo, signor oligarca – sottolinea ironicamente Muzhdabaev -. Ma non si poteva tanto per iniziare, prima di realizzare i suoi incredibili piani napoleonici, vincere perlomeno una medaglietta nel biathlon?”. “Siamo nelle mani di dilettanti – sbraita amaramente l’anziano Aleksandr Tikhonov, il biathlonista più vincente della storia, una leggenda vivente con 4 ori olimpici -. Se riescono a disperdere la nostra scuola bisognerà tagliargli la testa”. Nei prossimi mesi in Russia è prevista tempesta. Ma non è quella atmosferica!

 Vancouver 2010

Russia

3 ori 5 argenti 7 bronzi
Polonia 1 3 2
Italia 1 1 3
Bielorussia 1 1 1
Lettonia 0 2 0

 

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