Polonia, Russia. Relazioni bilaterali a prova Zavkayev?

18 Sep 2010

Sono ormai lontani i tempi in cui la bandiera cecena sventolava sicura sulla piazza del Mercato a Cracovia. La Polonia ha oggi cambiato politica verso la Russia, assecondando sia una naturale esigenza geopolitica dopo decenni di incomprensioni sia richieste sempre più pressanti da parte della sua imprenditoria. L’incidente aereo di Smolensk nello scorso aprile, in cui è scomparsa un’importante fetta dell’establishment di Varsavia, è stato la triste occasione per un avvicinamento, definito da non pochi osservatori come “storico”. Tali scelte della dirigenza liberale Komorowski-Tusk sono, però, avversati dai partiti nazional-conservatori, che gelosamente conservano i tradizionali sentimenti anti-moscoviti.

In questo quadro si sviluppa la vicenda Zavkayev. Il leader dell’ala moderata del separatismo caucasico, a cui è stato garantito dalla Gran Bretagna lo status di profugo, è stato fermato a Varsavia per un ordine d’arresto dell’Interpol su richiesta russa, mentre si apprestava ad intervenire al Congresso mondiale dei ceceni. Un Tribunale l’ha immediatamente messo in libertà e nei prossimi 40 giorni verrà deciso il daffarsi. Mosca sta preparando i documenti per l’estradizione di uno dei suoi maggiori nemici.

Zavkayev è un politico esperto e non ha di certo sottovalutato i rischi di un suo viaggio in continente. In Cecenia da tempo vige la “pax russa e la ricostruzione avanza a ritmi impressionanti. La repubblica, diretta col pugno di ferro dal clan dei Kadyrov, è uno dei soggetti che ricevono maggiori fondi dal Centro, nonostante nell’aria si respiri un’autonomia di fatto dal Cremlino. Il moderato Zavkayev sta probabilmente tentando di riaccendere i riflettori dei mass media internazionali sul suo Paese.

Il premier Tusk ha dichiarato che Varsavia considererà i “suoi interessi nazionali” nella vicenda. La sensazione è che i suoi avversari interni gli abbiano teso una trappola per silurare le recenti aperture ad Est e Zavkayev, forte del sostegno di ampi settori del Dipartimento di Stato Usa, abbia ricevuto assicurazioni da “amici” fidati in Polonia prima del viaggio d’oltremanica.

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