Polonia: due mondi a confronto. Legislative 2011.

9 Oct 2011

Tusk contro Kaczynski. Il liberale contro l’ultra conservatore. Il moderno filo-occidentale, attualmente leader semestrale di turno dell’Unione europea, contro l’euroscettico, che critica pesantemente i nemici storici tedeschi e russi.

I polacchi, che appaiono sempre più divisi tra coloro che godono del boom economico di questi anni e chi invece si è ulteriormente impoverito, scelgono tra due visioni opposte. Non è un caso che il premier Donald Tusk abbia chiuso la sua campagna elettorale incontrando a Varsavia migliaia di ragazzi nel rinnovato stadio nazionale, simbolo della Polonia post comunista e fiore all’occhiello di Euro 2012. Jaroslaw Kaczynski, al contrario, ha preferito partecipare ad un pranzo tradizionale in provincia, ospite di una semplice famiglia. Città contro campagne, dunque. Giovani contro generazioni più mature.

Venerdì sera colpiva il visitatore straniero osservare il contrasto tra una decina di anziani con le candele in mano raccolti in preghiera davanti al palazzo presidenziale in ricordo dei morti della tragedia aerea di Smolensk dell’aprile 2010, mentre tutto intorno bar e ristoranti, pieni all’inverosimile di persone mezze ubriache appartenenti alla classe media, sparavano musica a tutto volume.

In queste tese settimane Tusk ha parlato di economia, di riforma delle pensioni, di controllo del deficit di bilancio e del debito (addirittura il 55% del Pil!). Il Paese, che sta gestendo le trattative per il bilancio continentale UE 2014-2020, è prossimo a nuove privatizzazioni ed alla costruzione di altre infrastrutture, finanziate sempre con i fondi europei (67 miliardi di euro nel precedente bilancio UE, forse 81 nel prossimo). Durante il suo premierato gli stipendi medi sono aumentati del 18%, la Polonia cresce da un decennio al ritmo del 3% ed è l’unico Stato Ue a non essere caduto in recessione nel 2009.

Jaroslaw Kaczynski, che non ha perso la sua bellicosità dopo la tragica morte del fratello-gemello presidente Lech a Smolensk, ha ribattuto punto su punto, aiutato dai candidati del suo partito Legge e Giustizia. Non ha, però, mancato di risvegliare i vecchi fantasmi, affermando che la Merkel è diventata cancelliera anche grazie alla Stasi, i servizi segreti della DDR.

L’ago della bilancia della partita potrebbero essere gli altri contendenti. Solo 5 formazioni – affermano sondaggi contrastanti – dovrebbero superare la barriera del 5%, per avere una rappresentanza parlamentare. Molto dipenderà dal tasso di affluenza alle urne e dalla performance di PSL, alleato di coalizione di Piattaforma civica di Tusk, mentre sorprende la forza della Lista “anticlericale” di Janusz Palikot a scapito dei socialdemocratici di SLD.

Se Piattaforma civica vincerà sarà il primo partito dal 1989 ad ottenere due mandati consecutivi. La paura della classe media nazionale e della Commissione europea è, però, che inizi un periodo di instabilità politica anche in Polonia. Un altro mal di pancia per Barroso e company non ci vorrebbe proprio!

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