Italy – Italia – Suisse


 Canton Ticino in grande spolvero all’ombra del Cremlino. Mai si ricordava prima una missione all’estero così numerosa e con una tale offerta informativa. Ma da decenni i moscoviti sono abituati a conoscere Paesi, regioni e culture del mondo, presentati con mostre, esibizioni o con symposium. I loro gusti raffinati mettono non di rado in difficoltà gli ospiti stranieri. Bellinzona era stata probabilmente avvertita. Ricordiamo come se fosse oggi Carmelo Bene impegnato in una discussione a dir poco elettrica con gli spettatori russi al termine di una sua rappresentazione teatrale agli inizi degli anni Novanta.

 Con la globalizzazione le frontiere sono definitivamente cadute e i clienti bisogna cercarseli a casa loro. L’uso “artigianale” dei rapporti culturali e diplomatici a scopi economici è superato. Nel ventunesimo secolo è il “sistema Paese” a vincere. Basta guardare ai vicini della Confederazione. Imponente è lo sforzo che sta mettendo in piedi l’Italia. Il 2011 è l’anno della Penisola in Russia e dell’ex “superpotenza” nel Bel Paese: centinaia sono gli eventi culturali ed economici in programma con i rispettivi governi nazionali a menar le danze. Quest’anno la Francia, sfruttando lo stesso evento, ha ospitato al museo del Louvre una mostra d’arte russa, unica nel suo genere, e Parigi con le sue aziende ha firmato con Mosca accordi da decine di miliardi di dollari.

 Il 2010 è appunto l’anno del Canton Ticino in Russia. In passato, in riva alla Moscova sono arrivati Vallese, Ginevra, Vaud, Zurigo. Nel 2011 toccherà a Basilea città. Le proposte culturali della “settimana ticinese” sono state sapientemente miscelate con quelle turistiche, economiche ed imprenditoriali. Contatti diretti fra aziende e con regioni federali sono stati con pazienza instaurati. La regia discreta dell’ambasciata svizzera a Mosca ha permesso che non si siano state disperse forze, come troppe volte è accaduto agli italiani negli anni Novanta, quando ogni regione dello Stivale faceva da sé.

 Due sono le domande che il contribuente ticinese dovrebbe a questo punto porsi. La prima è capire quale eco nella società e sui mass media russi abbia avuto questa manifestazione. La seconda è se, conseguentemente, i 260 mila franchi necessari per questa missione siano stati ben spesi. Solo tra qualche mese si capirà, invece, quali saranno le ricadute (positive o meno) di un tale sforzo, ossia se questa di Mosca è stata un’occasione d’oro colta al volo oppure no.

 Finora nell’immaginario collettivo del russo medio il Canton Ticino è fondamentalmente la piazza finanziaria di Lugano, il festival del cinema di Locarno e la terra dei grandi architetti che modellarono San Pietroburgo. In futuro potrebbe essere qualcosa di più. Almeno così lo sperano gli operatori del turismo cantonale. L’agenzia di stampa federale “Interfax” ha rilanciato ai quattro angoli dell’immenso gigante slavo le loro proposte e i loro progetti. Sono state messe in evidenza le novità, ossia la costruzione del Parco acquatico e del tunnel del Gottardo, che sensibilmente avvicinerà il Ticino a Zurigo. Il popolare settimanale “Argomenty i Fakty” ha dedicato un articolo all’inaugurazione della “settimana ticinese”, dando voce ai protagonisti e sottolineando l’importanza della cooperazione interregionale. Saggia è stata la scelta del contatto diretto con alcuni governatori. In Russia è la politica a muovere gli affari. Le regioni di Sverdlovsk, di Stavropolsk e di Kirovsk, a detta di “AiF”, si sono dimostrate assai interessate alle idee ticinesi. Nella prima, ad esempio, è stata costituita recentemente una mini-rappresentanza della Liguria che ha avuto il merito di tessere legami tra aziende degli Urali ed italiane con la firma di contatti rilevanti.

 I principali bollettini sulle manifestazioni culturali nella capitale non hanno “bucato” gli appuntamenti ticinesi né ora né in primavera. Fino al 21 novembre i moscoviti potranno ammirare le opere della pittrice Marianne Werefkin, russa di nascita ma vissuta a lungo ad Ascona.  

 Di diverso carattere gli appuntamenti economici di ieri a cui sono stati invitati esperti e rappresentanti russi dei vari settori grazie alla Camera di Commercio federale, che, nei mesi scorsi, ha distribuito inviti un po’ ovunque. Vi sono stati contatti e conoscenze dirette. Di solito, per esperienza, soltanto una piccola parte si concretizza in affari, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.

 Il centro della “settimana ticinese” è stato l’albergo extra-lusso “Ritz Carlton”, giusto di fronte al Cremlino a cento metri dal palazzo della Duma, la Camera bassa federale. Tenere i “toni alti” e presentare un biglietto da visita di un certo tipo sono gli unici modi per avere successo in un Paese in cui l’esibizionismo e l’ostentazione della propria ricchezza, spesso in maniera volgare, sono elementi essenziali del vivere comune. Chi vuole avere rapporti con i “nuovi russi” è avvertito: il conto è salato!

  С 8 по 12 сентября 2010 года идет Неделя кантона Тичино (Швейцария) в Москве. Презентации кантонов Швейцарии в России традиционно проводятся с 2005 года по инициативе швейцарской стороны при содействии Посольства Швейцарии в Москве и организационной и информационной поддержке ТПП России.

 В Москву прибыла масштабная делегация кантона Тичино во главе с Председателем Правительства кантона Луиджи Педрацини. В состав делегации вошли представители политических и деловых кругов, а также деятели культуры кантона. Экономический блок делегации будет представлен авторитетными деловыми ассоциациями, а также предприятиями и компаниями, работающими в таких секторах экономики, как банки и финансы, туризм, промышленность (строительство, электроника, механика, фармацевтика).

Одним из наиболее важных событий Недели станет презентация экономики кантона, которая состоится 10 сентября в 10-00 в гостинице «Риц Карлтон» (Москва, ул.Тверская, д.3). Мероприятие предоставит возможность получить информацию об экономическом развитии и специализации кантона и установить личные контакты с представителями швейцарских деловых кругов.

  Программа

   Модуль 1. «Ticino: gourmet boutique». Презентация агропромышленного сектора. Традиционные продукты Тичино: эксклюзивная ниша.
   Модуль 2. «Ticino:Industry. Environment. Style». Презентация индустрии Тичино и ее влияния на обеспечение гармоничного развития территории.
   Модуль 3. «Ticino: Innovation, laboratory». Презентация сектора инноваций и технологий. Системный подход. Распространение знаний и компетенций.
   Модуль 4. «Ticino: Business and pleasure». Презентация предприятий Тичино, обеспечивающих инфраструктуру и создание комфортной атмосферы как для бизнеса так и для отдыха: транспорт, отели, конгресс залы, рекреативные центры, торговые центры.

 Культура

1. Имя русско-швейцарской художницы Марианны (Мариамны) Владимировны Веревкиной, сподвижницы всемирно известных мастеров европейского авангарда А.Явленского и В.Кандинского, хорошо известно на Западе. Ее своеобразная манера, возникшая «на перекрестке» культур – русской, немецкой, французской, – сочетала в себе опыт символизма, фовизма, экспрессионизма, клуазонизма. Экспозиция в Третьяковской галерее, приуроченная к 150-летию со дня рождения художницы, впервые широко представит наследие М.Веревкиной в России.

Выставка станет одним из важнейших событий Года швейцарского кантона Тичино в России. Она проводится по инициативе Муниципалитета и Музея современного искусства города Аскона, а также фонда Марианны Веревкиной при поддержке Правительства кантона Тичино. Помощь в ее организации оказана Посольством Швейцарии в Москве.

В конце 2010 года произведения М.Веревкиной будут показаны на ее родине, в Туле. В марте 2011 в Асконе состоится ответная выставка. Она познакомит европейского зрителя с творчеством круга русских художников, в котором развивался талант М.Веревкиной.

Пресс-конференция – 9 сентября в 14.00

Вернисаж – 9 сентября в 16.00

Выставка открыта с 10 сентября по 21 ноября 2010

Крымский Вал, 10, залы № 80–82

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2. Фестиваль POESTATE 2010 « Лугано – Москва в поэзии»

Суббота 11 сентября 2010 года в 19.00

Резиденция посольсва Швейцарии в Москве

С поэтами Жильберто Изелла  и Алексей Прокопиев

Музыкальное сопровождение  под руководсвом Ивана Монигетти, в исполнении Искандера Ханнанова  и Нины Ткаченко

Во время   открытия фестиваля официальная часть  и приветствия  от имени посла Швейцарии в России господина Вальтера Гугера,  от вице мера  города Лугано господина Эразмо Пелли  возглавляющего делегацию Тичино – Москва и от основательницы и директора  фесиваля POESTATE госпожи Армиды Демарты.

В заключении вечера фуршет с гостями.

При поддержке со стороны посольства Швейцарии в РФ,  Швейцарской Конфедерации, кантона Тичино, и города Лугано.

sloveniacroazia Un esempio per tutti i Balcani. Lubiana e Zagabria stanno tentando di risolvere civilmente l’annosa disputa per i confini che si protrae dal 1991, ossia dallo scioglimento della Jugoslavia. In un referendum gli sloveni hanno approvato di affidarsi ad un arbitrato internazionale: 51,5% i “sì”, 48,5% i “no”. L’affluenza alle urne si è attestata al 42,2%.

 In questi anni il governo di Zagabria ha chiesto a più riprese di dividere il mare davanti alla baia di Pirano a metà, mentre Lubiana, che ha solo 46 chilometri di costa, si è sempre opposta a ogni tipo di spartizione che potesse mettere in pericolo il suo accesso diretto alle acque internazionali nel nord dell’Adriatico attraverso il porto di Capodistria.
 Molto positivi sull’esito del referendum sono i commenti delle dirigenze dei due Paesi in causa e dell’Unione europea. Grazie a questa consultazione popolare si sbloccano indirettamente i negoziati di adesione all’Ue della Croazia, che mira a diventare il ventottesimo Stato dell’Europa unita entro il 2012. Zagabria ha aperto con Bruxelles 30 capitoli negoziali e ne ha chiusi 18.

 Per evitare risultati poco incoraggianti, ottenuti con l’entrata di Romania e Bulgaria nel 2007, sarebbe, tuttavia, auspicabile che la Commissione europea non abbassi gli standard richiesti per le adesioni. Bruxelles volge il suo sguardo all’intera area balcanica, dove odii atavici e spargimenti di sangue l’hanno fatta da padrone per secoli e dove, negli anni Novanta, si sono rivissute tragedie ed atrocità che il Vecchio Continente sperava di aver dimenticato dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La fretta potrebbe essere una cattiva consigliera quanto lo è stata con l’adesione alla moneta unica di Paesi che non erano pronti.  Ad un certo punto, prima della complessa pratica balcanica, si potrebbe pensare ad un percorso accelerato per l’Ucraina, Paese attraverso il quale passano gran parte delle strategiche forniture di energia all’Europa.

 L’Italia osserva con estremo interesse la disputa sloveno-croata. Il porto di Capodistria ha conosciuto nel corso degli ultimi anni una progressiva crescita della quantità di merce trattata. Qui fanno capo i traffici commerciali via mare di Paesi dell’Europa centro-orientale privi di sbocchi sul mare, quali Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia. Nel 2008 il porto di Trieste è stata sorpassato da quello vicino per numero di teu (containers) movimentati. La Regione Friuli Venezia Giulia ha dato, però, parere non positivo all’ampliamento dello scalo di Capodistria per una lunga serie di ragioni.

 Il rispetto delle regole comunitarie è l’unico modo per evitare che la Casa europea, sognata dai “Padri fondatori” continentali, non si trasformi in un litigioso condominio.

 Giuseppe D’Amato

 Cartina dal sito Peacereporter.net

Intnikolajewka

Il Medio Don continua a restituire cimeli di un passato ormai lontano, ma mai dimenticato. Qui quasi centomila nostri ragazzi immolarono la loro vita in una guerra sbagliata. “Abbiamo – dice con la voce piena di soddisfazione al telefono da Rossosch il professor Alim Morozov5 piastrine, che, purtroppo, non sono in buone condizioni e a fatica si lasciano decifrare. Siamo pronti ad inviarle alle famiglie dei caduti o a lasciarle in esposizione al museo”.

Una appartiene certamente ad un alpino, le altre sono di fanti o di militari del Genio. In località Tropilo, dove si ergeva la linea di difesa della Divisione Cuneense, è stata rinvenuta quella di Pietro Bressano, classe 1916, Primo reggimento alpino, 11esima compagnia, matricola 529/79/915. Due altre sono state ritrovate a Novaja Kalitva.morozov2

Alim Morozov è il maggior specialista russo della campagna del Don, una vera leggenda per i tanti italiani venuti a Rossosch: chi a rivedere i luoghi dove aveva combattuto in gioventù chi a portare un fiore in una terra lontana che si è presa per l’eternità un proprio caro.

“Sono sempre stato mosso – spiega il professore – dalla curiosità di sapere cosa fosse successo ai miei conoscenti”. Morozov, che allora aveva 10 anni, visse per mesi a contatto di gomito con gli italiani, che poi rivide passare mestamente per le strade della sua città verso la prigionia dopo l’avanzata sovietica.

“Sulle battaglie si è già scritto tanto e probabilmente non si aggiungerà niente di nuovo – precisa Morozov -, ma è il lato umano quello che va ancora studiato, i rapporti tra la gente”. Il professore sta preparando un secondo volume, dal titolo “La mia scoperta dell’Italia”, in uscita tra la fine del 2010 ed il 2011 – se verrà trovata una casa editrice russa disposta a sostenere le spese di pubblicazione -. Il suo primo bellissimo libro con prefazione di Mario Rigoni Stern è stato tradotto in italiano in due edizioni dal Museo di Rovereto.

Morozov è un fiume in piena quando parla di tutte le storie che conosce. Le sue parole a fatica riescono a trasmettere i sentimenti reali di quel mondo di umanità uscito prostrato dalla barbarie della guerra. La vicenda più commovente è certamente la storia di un amore tra un dottore italiano Giacomo e la sovietica Nina, troncata dopo la fine della guerra per l’intervento della polizia politica di Stalin.

Giuseppe D’Amato

MUSEO MEDIO DON  Rossosch – Russia – sito in allestimento

Vedi anche DonItalia in EuropaRussia, Qui Museo del Medio Don.
 Nikolajewka. La tragedia del Don. EuropaRussia.
 La battaglia della memoria. EuropaRussia

 

DATI PIASTRINE

1. 33813 22 Zerboni Natale, Cl. 1914. Di Ettore e Toqnacca Maria. Zelbio Veleso, Como

2. Matr. 529\79\915\ Bressano Pietro, Cl. 1916. 1 Rgt. Alp. 11 comp. Monastero Vasco. Trovato Topilo.
3. 74 87 – 55 C Bigoni Adriano, Cl. 1919. Di Giuseppe e Maselli Laura. Ferara. Trovato v. Donscoi. (Vicino Nuova Kalitva).
4. M 36 36 … Amisano Evasio? Cl. 1916. 4 Rgt. Genio. Rasignano. Trovato v. Donscoi. (Vicino Nuova Kalitva).
5. 25886(43) Ferrary Pietro, Cl. 1922. 90 Rgt. Fant. Di Pietro e di Facchetti Francesca. Dello Bresia

 

 Mostra davvero originale alla Casa degli artisti con lo scopo di portare all’attenzione del pubblico russo i progetti realizzati in Patria ed all’estero dagli architetti ticinesi.

L’evento è stato organizzato con l’ausilio dell’Ambasciata svizzera di Mosca, del Canton Ticino e di ProHelvetia nel quadro delle manifestazioni dedicate all’“Anno del Ticino in Russia”.

La mostra è divisa in due sezioni, denominate “tappe dello sviluppo” e “principali protagonisti” (dove sono compresi i lavori più importanti degli ultimi 30 anni).

Curatrice dell’esposizione è Graziella Zannone Milan.

 26 maggio – 8 giugno – Central House of Artists (Krymsky val, 10). – Moscow.

 E’ stato uno dei più bravi corrispondenti italiani dall’Est europeo. Sergio Augusto Rossi era certamente il maggiore conoscitore dell’evoluzione socio-economica della Russia post sovietica. I suoi articoli erano precisi e dettagliati, le sue analisi attente e qualificate. Solo uno specialista con un grosso background culturale e di esperienza quotidiana è in grado di scrivere pezzi di così elevata caratura.

 Rossi, infatti, non era il classico giornalista generalista, inviato in luoghi sconosciuti e senza conoscere nemmeno la lingua del posto, come spesso capitava. Il suo curriculum non lasciò dubbi al Sole 24 ore che lo scelse come proprio primo corrispondente dalla Russia a metà degli anni Ottanta. Rossi si era laureato con Norberto Bobbio a Torino con una tesi sulla Cremlinologia. Aveva avuto tra i suoi maestri Luigi Firpo ed Alessandro Passerin d’Entrèves.

 Studioso ed amante della letteratura russa, Rossi era giunto in Russia nel 1971 grazie ad una borsa di studio. Qui, all’ambasciata di Mosca, conobbe Marina, lettrice di italiana che è poi diventata sua moglie. In un primo momento si dedicò agli studi e lavorò come ricercatore.

 Negli anni lunga è stata la lista delle sue collaborazioni: la Stampa, la Fondazione Agnelli, l’Atlantic Institute, l’Office Italia della Nato. Quindi, direttore della rivista Diritto&Economia della Russia e della Csi.

 Il disarmo e gli armamenti erano un altro dei suoi argomenti principali. E diversamente non sarebbe potuto essere visto che, nella seconda metà degli anni Ottanta, l’Urss di Gorbaciov e gli Stati Uniti misero le basi dell’odierna sicurezza mondiale. Rossi contribuì al primo Libro bianco della Difesa, voluto dall’allora ministro Giovanni Spadolini.

 Di carattere timido e discreto, chi lo ha conosciuto lo ricorderà anche per la sua disponibilità e per il suo sorriso sempre sulle labbra.

sui principali errori che le aziende italiane dovrebbero evitare di commettere, ove intendessero realizzare affari commerciali o investire in Russia.

Articolo – I principali errori che le aziende italiane dovrebbero evitare di commettere, ove intendessero realizzare affari commerciali o investire in Russia.

Articolo – Maxi accordo Italia – Russia 2008

La carta energetica continua ad essere quella più usata dalla Russia per mantenere il suo status di potenza globale. I due progetti South Stream e Nord Stream rimangono i cavalli di battaglia per le materie prime tradizionali, mentre il nuovo piano nucleare per l’export sta prendendo forma con inatteso dinamismo.

 Dal vertice di villa Gernetto si è avuta la riconferma della solidità della partnership russo-italiana in campo energetico. Mosca ha scelto da anni l’Eni come interlocutore privilegiato per il South Stream ed ha affidato con una commessa da oltre 2 miliardi di euro alla Saipem la costruzione un segmento complesso del Nord stream, a conduzione tedesca. La passata esperienza positiva con il Blue Stream – oleodotto sottomarino fino alla Turchia, con un tratto di 385 chilometri sottomarini, consegnato nel 2005 – ha favorito la decisione russa.

 Berlusconi e Putin hanno voluto cancellare le troppe voci che sono circolate recentemente su incomprensioni tra l’Eni e la Gazprom per il South Stream. Alla base di tutto l’entrata ufficiale dal giugno 2010 nel consorzio dei francesi di EDF – a cui andrà il 20% dell’azionariato – e i costi astronomici per la realizzazione dell’opera.

 Vladimir Putin ha offerto energia nucleare russa ad uso civile all’Italia. La proposta è quasi la stessa fatta ad altri partner in giro per il mondo negli ultimi 3 anni. Ossia vi costruiamo la centrale e ci riportiamo via le scorie, tanto da far contenti gli ecologisti locali.

 La Russia ha approvato un mega-piano sia per il mercato interno che per l’estero. Intende raddoppiare la produzione di energia nucleare entro il 2030, fino al 25% del fabbisogno interno. I reattori di nuova generazione, affermano gli specialisti, sono notevolmente più efficienti, grazie all’evoluzione iniziata a metà anni Novanta. E poi l’uranio, la Russia ce l’ha in casa.

 Come partner tecnologico è stata scelta nel 2009 la tedesca Siemens. Adesso Putin intende spalancare all’Enel le porte per la costruzione della strategica centrale di Kaliningrad. L’Unione europea ha costretto la Lituania a chiudere la centrale di Ignalina, troppo simile a quella di Cernobyl, lasciando in pratica il Baltico alla mercè degli umori russi.

 In pochi anni Mosca, che ha oggi 31 reattori, ne disporrà di 59. Sta costruendo o si accinge a costruire centrali in Iran, Cina, India, Bulgaria, Bielorussia e Turchia. La scorsa settimana Medvedev ha offerto tecnologia nucleare russa persino alla lontana Argentina dopo non aver avuto risposte convincenti dal Venezuela.

 L’obiettivo del Cremlino è quello di diventare uno dei maggiori produttori di energia nucleare e di guadagnare sulla vendita della sua tecnologia. La terribile tragedia di Cernobyl intralcia indirettamente questi disegni.

FIAT в России

13 Feb 2010

Российская компания «Соллерс» и итальянский автоконцерн Fiat подписали соглашение о создании совместного предприятия. Государство инвестирует в проект в общей сложности 2,1 млрд. евро.

Совместное предприятие будет выпускать девять новых моделей различных классов, при мощности до 500 тысяч автомашин в год, из которых не менее 10% планируется поставлять на экспорт.

Время Новостей  – 12.02.2010

Юлия МИРОНОВА статья

газета Неделя статья

Ambasciata elvetica a Mosca

 Perdere questo momento in Russia sarebbe davvero imperdonabile. L’ex superpotenza sta tentando faticosamente di uscire dalla durissima crisi finanziaria che l’ha colpita. I suoi tassi di crescita, per quasi un decennio in forte salita, sono crollati d’incanto. Ma il mercato russo resta uno dei più promettenti al mondo fra quelli emergenti una volta che l’attuale tempesta finisca. La Svizzera ha le carte in regola per giocare una partita impensabile soltanto un paio d’anni fa, quando sembrava che tutto quello che era russo fosse stato toccato da re Mida.

 La recente visita del presidente Dmitrij Medvedev nella Confederazione è solo un punto di partenza, non di arrivo. E’ il primo rilevante risultato della politica iniziata con il riconoscimento della Russia come erede dell’Urss nel dicembre ’91.

 Negli ultimi 24 mesi la diplomazia elvetica ha segnato numerosi punti a favore nello spazio ex sovietico. Su tutti la complessa mediazione nella secolare disputa tra Armenia e Turchia e soprattutto il ruolo svolto nel dopoguerra russo-georgiano. Berna rappresenta gli interessi di Mosca in Caucaso e viceversa quelli di Tbilisi presso il Cremlino.

 Quanto siano dolorosi gli eventi sanguinosi dell’agosto 2008 è comprensibile in particolare dalle generazioni più anziane. Tanti i matrimoni misti. Dopo gli ucraini e i bielorussi i georgiani sono sempre stati considerati dai russi come fratelli. La musica, il mangiar bene, il vino vengono per antonomasia da quelle parti. E’ come se i napoletani un giorno litigassero con il resto d’Italia.

S.E. Ambasciatore Walter Gyger

 

Riuscire a riportare il sereno nei rapporti tra queste due repubbliche ex sovietiche non sarà facile. Servirà un cambio di potere a Tbilisi. Ma agire come arbitri seri e confidenti fidati garantirà possibilità sorprendenti.

 Politica ed economia a queste latitudini sono strettamente connesse. Si pensi ai benefici per le imprese tedesche ed italiane ottenuti indirettamente per l’amicizia tra i leader.

 La Svizzera ha ora le sue chance. Servono determinazione e conoscenza del mercato in presenza anche di prezzi ridimensionati dalla crisi. Nel 2008 le esportazioni in Russia hanno toccato i 3,18 miliardi di franchi, mentre le importazioni 1,05. Si può compiere un deciso salto di qualità. E’ necessario, però, un piano – perché no, ambizioso – che definisca gli obiettivi primari da raggiungere e la tempistica.

 Le imprese farmaceutiche, alimentari e del lusso rosso-crociate hanno importanti fette di mercato, ma si può fare molto di più come possono ulteriormente crescere il turismo e gli investimenti russi nella Confederazione. Per adesso, Mosca si guarda bene dal seguire la strada americana sul segreto bancario elvetico ed in futuro è difficile che lo faccia. Troppe sono le verità sconvenienti per certe élite.

Un airbus della compagnia low-cost Winjet ha compiuto un atterraggio di emergenza all’aeroporto nazionale di Minsk. Lo riferisce l’agenzia di informazioni “Belapan”. Un finestrino rotto sarebbe la causa dell’incidente. Nessuno dei 128 passeggeri e dei 5 membri dell’equipaggio è rimasto ferito. Il volo IV 492 proveniente da Forlì era diretto all’aeroporto moscovita di Domodiedevo. Era partito dalla città emiliana alle 12,42. L’atterraggio al Minsk-2 alle 14,51.

Per maggiori informazioni +7495 9336666.

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