“Damascus is the “Stalingrad” of Russian diplomacy. After years of geopolitical withdrawal, Moscow has chosen Syria as a way to revive its image of power in the world. “Not one step back” is the Kremlin’s new strategy, as it was for the Red Army along the banks of the Volga river during World War II. To be more convincing, the Kremlin has simultaneously flexed its muscles by supplying sophisticated […]


At the end of July, Poland’s cabinet adopted a preliminary list of priorities for Poland’s EU presidency, which included the EU budget for 2014-2020. The negotiations of the EU budget for 2014- 2021 will be a crucial factor, determining the success of Poland’s presidency.

Article – August 19th, 2010.

 Riga will have to carry out long-term structural reforms in order to get the country’s economy back on the road to long-term sustainability. There are no other solutions for World Bank President Robert Zoellick.

Article – The Baltic Course

В Беларуси увеличилась как номинальная начисленная среднемесячная заработная плата в отраслях бюджетной сферы, так и реальная заработная плата, рассчитанная с учетом роста потребительских цен на товары и услуги.

Статья – БДГ Деловая Газета

В Сочи прошел саммит лидеров России, Афганистана, Пакистана и Таджикистана. Основными темами саммита стали афганское урегулирование, борьба с террористической и наркотической угрозами и торгово-экономическое сотрудничество стран-участниц встречи. Россия предлагает возродить в регионе ряд экономических проектов советских времен – для борьбы с безработицей. В таком составе, – четверкой, – российский, афганский, пакистанский и таджикский президенты уже встречались  ровно год назад в Душанбе.

Статья – Ведомости – 19.08.2010

GreenpeaceChuprov Il pericolo è locale, non per le aree più lontane. Vladimir Cjurov, direttore del programma energetico di Greenpeace Russia, non condivide il cosiddetto “nuovo rischio Cernobyl”, tanto agitato dai giornalisti occidentali. La sensazione è che qualcuno ci stia speculando sopra.

 “Attenzione – spiega lo studioso, non troppo tenero col potere federale, – vi sono degli incendi nei boschi dove non vi sono, però, materiali radioattivi, bensì residui tossici della tragedia di Cernobyl del 1986. Essi possono essere pericolosi per i pompieri e la gente del luogo e provocare dei problemi, ma non morte o invalidità. Purtroppo l’effetto localmente ci sarà”.

 Come giudica la situazione a Mosca e nel resto del Paese? “Quella generale sta migliorando, ma non bisogna pensare di aver vinto questa battaglia. Abbiamo le foto della Nasa. Non cadiamo in ottimismi fuori luogo”.

 Chi ha la responsabilità di quello che sta accadendo? “Sono stati commessi degli errori imperdonabili. E’ stato praticamente sciolto il corpo delle guardie forestali, che sarebbe stato utilissimo per scoprire gli incendi in fase iniziale e non quando già occupavano aree enormi. Nel 2000, con l’insediamento del presidente Putin, passò la prima riforma del settore. 50.000 guardie circa vennero mandate via. Nel 2007 questa linea fu confermata con l’approvazione del codice boschivo”.

 Ma come è possibile che la Russia proponga all’estero di comprare i suoi Canadair e poi non ha sufficienti mezzi in Patria? “Questo è un paradosso che riflette la situazione politica interna. Non esiste l’interesse nazionale, ma quello di ben determinate persone o gruppi. Se questi signori vogliono fare soldi per vendere aerei, perché no? A giugno la Protezione civile era impegnata in Grecia, ma non c’era un solo mezzo per spegnere i roghi nella regione di Ivanovo”.

 Quali altri rischi atomici esistono oggi in Russia? “Bisogna stare attenti alle centrali nucleari. Primo: esse non devono restare senza erogazione di energia elettrica per gli incendi. Secondo: l’acqua utilizzata negli impianti ha una temperatura pericolosa già vicina ai 30 gradi. Terzo: per il caldo un trasformatore è bruciato alla centrale di Novovoronezh il 4 agosto scorso ed il sistema è stato immediatamente fermato”.

 In conclusione, quanto tempo serve per tornare alla normalità? “Per l’ecosistema ci vorranno 10 anni, per la gente esposta un paio di anni. Nel 1998 lo smog ed il fumo a Khabarovsk nell’Estremo oriente russo provocarono un innalzamento del tasso dei problemi respiratori del 30%”.

The Constitutional Court ruled that Mihai Ghimpu’s decree to institute the Soviet Occupation Day on June 28 is unconstitutional. The Court’s president Dumitru Pulbere argued Mihai Ghimpu tried to assess the historical events from legal viewpoint. The decree is to be annulled, Info-Prim Neo reports.

The verdict was given in the absence of the Acting President, who left when the judges withdrew for deliberations. At 1pm, Mihai Ghimpu was to go on a visit to Razeni village of Ialoveni district.

The Communists Party’s jurist Sergiu Sarbu said the Court’s decision is logical and predictable as Mihai Ghimpu misused his power. Deputy Minister of Justice Oleg Efrim, the Government’s representative at the Constitutional Court, said the Court’s decision is final so that the decree will be annulled.

Mihai Ghimpu issued the decree whereby June 28 was declared the Soviet Occupation Day on June 24. On June 28, 2010, it was 70 years since Moldova became part of the Soviet Union.

«Газпром» пытается сорвать осуществление миллиардного проекта по строительству газопровода Nabucco, который для крупнейшей в мире газовой компании стал поистине бельмом на глазу. Ведь по этому трубопроводу из региона Каспийского моря конкуренты смогут через Юго-Восточную Европу поставлять газ Западу, что заметно снизит зависимость европейцев от России.

Статья – РБК daily –  13.07.2010

Иногда просто надоедает. Надоедает писать о России. Точнее, писать о России журналистские материалы. Ведь как корреспонденту тебе нужно писать о политике, а о политике редко пишется что-нибудь положительное. Тем более о политике в России.

 Статья  – Штефан Шолль – “Московский Комсомолец” 13 июля 2010 г. 

Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets

The European Union finance ministers gave the final approval to Tallinn joining the eurozone from January 1st, 2011. The exchange rate for the conversion was set into 15.6466 Kroon per 1 euro.

Estonia will become the 17th euro member. Tallinn met all EU entry requirements on inflation, debt and deficit levels, interest rates and currency stability.

Estonia, along with Baltic neighbours Latvia and Lithuania, was badly hit by the global economic crisis as it saw five years of breakneck growth come to a grinding halt with double digit contraction.

“The key point is that it is a political decision rather than an economic decision (by the EU),” said Danske Bank economist Lars Christensen. “I don’t think it will bring any major boost to growth. Estonia is still slowly coming out of recession.” The adoption of the single EU currency is the culmination of a drive West started after the fall of the former Soviet Union in 1991.

Latvia, which had to take an IMF bailout in 2008, and Lithuania, are expected to enter the euro zone in 2014.

Of the EU’s 27 member states, 16 currently have the euro as their currency. Belgium, Germany, Greece, Spain, France, Ireland, Italy, Luxembourg, the Netherlands, Portugal, Austria and Finland adopted the currency in 2002. Slovenia joined in 2007, followed by Cyprus and Malta in 2008, and Slovakia in 2009.

 Ora la Polonia ha il suo destino nelle mani. Lo spauracchio di una nuova complessa coabitazione è stato sconfitto. Il Paese slavo può muovere verso le riforme che necessita senza ulteriori ostacoli e con il vento davvero in poppa. Non sfruttare un’occasione del genere sarebbe imperdonabile.

 Il duo Komorowski-Tusk non deve, però, sottovalutare alcuni elementi. Dalle presidenziali la Polonia è uscita spaccata in due: le regioni occidentali e settentrionali, più avanzate economicamente, hanno dato la loro preferenza al vincitore, mentre quelle meridionali ed orientali a Jaroslaw Kaczynski. Il timore, che politiche troppo liberali intacchino i precari equilibri sociali, è ben evidente. Se il sistema pensionistico o quello degli ammortizzatori verranno rivisti bisognerà farlo con estrema attenzione.

 Il tragico incidente aereo di Smolensk, in cui ha perso la vita buona parte dell’establishment del Paese, è stato un colpo terribile, che, però, ha portato maggiore unità e ridotto i tradizionali toni polemici. La Polonia ha tutto per garantirsi un futuro stabile e prospero. A parte i copiosi investimenti d’oltreoceano i fondi europei – 67 miliardi di euro dal 2007 al 2013 -, versati dagli occidentali come ricompensa per aver dimenticato i polacchi per 4 decenni oltre Cortina, offrono la possibilità al Paese di diventare nel XXI secolo un polo di riferimento nel Vecchio Continente.

 Terminati i vari effetti psicologici, l’epoca dei Kaczynski si è probabilmente chiusa. I due gemelli hanno costruito la loro fortuna sulle paure del cambiamento, presenti in ampi strati della popolazione, sul nazionalismo e sul conservatorismo tipico di questa gente. La Polonia di oggi è diversa da quella del 2005 uscita con non pochi cocci rotti per l’adesione all’Unione europea.

 L’adesione all’euro diventa ora il primo obiettivo del duo Komorowski-Tusk. Europeismo, Alleanza atlantica e riappacificazione con la Russia sono i capitoli centrali in politica estera.

 Come dimostrano le partecipazioni agli interventi in Irak ed Afghanistan, il peso internazionale della Polonia tenderà a continuare a crescere. Non è un caso che Barack Obama, dopo aver rinunciato al dispiegamento dello Scudo spaziale strategico in Europa centrale, stia mettendo in piedi un mini-Scudo regionale. Varsavia è sempre in prima fila in questo tipo di discorsi come dimostra la quasi elezione del ministro Sikorski a segretario della Nato nell’estate passata. Una Polonia solida, stabile e democratica è dopotutto una sicurezza anche per i vicini tedeschi e russi.

 Un’ultima considerazione in chiave italiana. Kaczynski si era già fatto fotografare davanti agli stabilimenti Fiat di Tychy. Dopo la sua elezione avrebbe fatto di tutto per difendere l’industria dell’automobile in Polonia. Questo non significa affatto che Komorowski sarà da meno.

Giuseppe D’Amato

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